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Household Projects, l’album segreto dei Pink Floyd

E’ inutile prenderci in giro: gli amanti dei Pink Floyd ricordano perfettamente tutti gli album della band britannica, le peculiarità di ognuno di essi e sono in grado di stabilire quali siano i prodotti artistici meglio riusciti della formazione. C’è, però, in tutta la produzione artistica dei Pink Floyd, un album segreto, un progetto in cantiere andato poi perduto: si tratta di Household Projects, l’album che la band avrebbe voluto realizzare dopo il successo di The Dark Side of the Moon. Vogliamo raccontarvi la storia di quest’album che non ha visto mai la luce.

Il successo di The Dark Side of the Moon e il progetto per un nuovo album dei Pink Floyd

Con The Dark Side of the Moon i Pink Floyd non hanno conquistato soltanto i mercati discografici, ma anche e soprattutto l’attenzione e l’amore di tutto il mondo. Il successo dell’album capolavoro dei Pink Floyd ha reso la band immortale e, da solo, avrebbe potuto permettere alla formazione di fermarsi lì, e non continuare ancora. Sappiamo, poi, quello che ci fu dopo: la band non si accontentò di replicare il successo, fece addirittura di meglio. 

Nei mesi immediatamente successivi all’album che svettò nelle classifiche di vendita, però, i membri della band non avevano intenzione di realizzare un qualcosa che assomigliasse a Dark Side II. L’idea era quella di cambiare radicalmente tutto: il progetto per il nuovo album della band prese vita ad Abbey Road, là dove il primo ottobre 1973 i Pink Floyd iniziarono a registrare quello che sarebbe dovuto essere il nuovo album della band.

Che cos’è Household Projects, l’album segreto dei Pink Floyd

Il progetto che i Pink Floyd portarono avanti fu denominato Household Projects. La band britannica voleva sfruttare una tecnica già sperimentata da Roger Waters all’interno del suo album Music from “The Body”, all’interno del quale tutti i suoni registrati provenivano da parti del corpo.

In questo potenziale nuovo album, però, la band voleva fare addirittura di più: qualsiasi strumento domestico, dai bicchieri agli elastici, passando per i pettini, avrebbe sostituito gli strumenti tradizionali. Il tutto fu spiegato da David Gilmour“Se si stappa una bottiglia di vino attraverso la bocca del collo si ottiene un suono alto, come quello delle tablas, da altri oggetti escono diverse sonorità, e così via. – affermò il britannico – Ci abbiamo gingillato un po’ intorno. All’epoca realizzammo quei rumori e li registrammo. Passammo un sacco di tempo lavorando con degli elastici tirati contro scatole di fiammiferi.”

In tre mesi di lavoro la band riuscì a produrre tre canzoni e un’infinità di suoni diversi, la maggior parte dei quali andati perduti. Alcuni di essi vennero utilizzati in Wish You Were Here (percepibili all’inizio di Shine on You Crazy Diamond o nell’omonima canzone), altri sono stati pubblicati in edizioni successive dei grandi capolavori floydiani: The hard way, ad esempio, è presente all’interno del boxset Immersion di The Dark Side of the Moon; Wine glasses, invece, trova spazio nel secondo disco della Experience edition di Wish You Were Here. 

Perchè i Pink Floyd non portarono a termine Household Projects

Nonostante le registrazioni procedessero a rilento, i Pink Floyd avrebbero avuto il diritto di prendersi tutto il tempo che volevano per portare a termine il progetto, nonostante la pressione delle case discografiche. Eppure la band britannica decise di non terminare mai Household Projects, abbandonando quel progetto che li aveva tenuti impegnati per mesi.

Quando nel gennaio del 1974 i Pink Floyd iniziarono a registrare Shine on You Crazy Diamond, preludio di quello che sarebbe stato il grande successo di Wish You Were Here, Household Projects fu completamente abbandonato. Roger Waters commentò così l’esperienza: “L’idea di realizzare un album senza strumenti musicali ci parve buona al momento: però non funzionò. Probabilmente perché avevamo soprattutto bisogno di riposare un po’”.

 

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