R3M

Chris Cornell, il caso della morte: suicidio o suicidio indotto?

Sembrano esserci alcuni importanti nuovi elementi sulla tragica morte di Chris Cornell, l’ex voce dei Soundgarden e degli Audioslave. Sembra che il dottor Michael Hunter, noto per essere un medico specializzato in autopsie ed esami legati (con più di 5000 rivelazioni nel corso della propria vita professionale) abbia svelato cose particolari. Il medico è stato infatti ospite dell’approfondimento televisivo “Autopsy: The Last Hours of Chris Cornell” per un canale statunitense. Ovviamente l’approfondimento riguardava la morte di Chris Cornell, avvenuta il 18 maggio 2017.

LE OPINIONI DEL MEDICO

Il medico ha affermato infatti: “Subito dopo la morte di Chris, un paramedico chiamato sul luogo del ritrovamento del cadavere comunicò via radio allo staff medico dell’ospedale che la vittima aveva sofferto un trauma alla testa“. Chris in realtà era stato ritrovato impiccato nel bagno della sua stanza d’albergo di Detroit, dopo aver finito di cantare con i Soundgarden. In pochissimi avevano notato un trauma alla testa del cantante. Per questo motivo, Michael Hunter non è del tutto convinto che sia stato un suicidio in virtù di questa particolare ferita che non sembra essere stata auto-inferta. Detto ciò, è ragionevole pensare che il cantante avesse effettivamente perso il controllo di sé stesso.

COMMOZIONE CEREBRALE?

Il medico ha continuato: “Questo ci suggerisce che Chris avrebbe potuto essere stato colpito da una commozione cerebrale, tipo di lesione che può causare confusione, perdita di memoria, modifiche nel comportamento e improvvisi cambi di umore. Una commozione cerebrale può quindi aver offuscato la ragione di Chris contribuendo alla sua morte?”. Non ci sono state fotografie particolari del concerto dei Soundgarden di quella sera che testimoniassero una ferita simile. L’ipotesi è che lui avesse preso un’ingente dose di sedativi e ansiolitici, che abbia avuto un incidente che gli ha effettivamente provocato la ferita (non mortale) alla testa e poi si sia impiccato.

REFERTO DELL’AUTOPSIA INCOMPLETA

Gli esami tossicologici avevano già escluso la possibilità che i farmaci avessero effettivamente ucciso Chris Cornell. Per questo motivo, si era esclusa ogni tipo di pista “del complotto” o che qualcuno avesse ucciso il cantante degli Audioslave. Secondo il medico legale, quella ferita, non riportata peraltro nel referto dell’autopsia, avrebbe un relativo conto sulla morte di Cornell. Il medico ha infatti detto: “E’ poi abbastanza comune che il personale presente sulla scena dell’incidente segnali ferite poi giudicate inesistenti da analisi più approfondite. Inoltre, di una possibile ferita alla testa non si fa alcun cenno nell’autopsia. E’ tuttavia possibile ridurre le lesioni alla testa come a un fattore che abbia contribuito alla morte“.

LE OPINIONI DELLA VEDOVA

Di questo nuovo dettaglio ha parlato anche Vicki, ovvero la vedova di Chris Cornell. In un’intervista rilasciata al Detroit News ha detto: “Mio marito non aveva intenzione di lasciare questo mondo. Gli esami tossicologici ci dicono che aveva perso il controllo, forse anche per altri fattori, come per esempio la ferita alla testa citata anche dai paramedici. Credo che, sfortunatamente, una tempesta perfetta di circostanze gli abbia fatto perdere la ragione. Se i medici legali avessero esaminato tutte queste circostanze nella loro complessità, probabilmente non sarebbero giunti alla conclusione del suicidio in nemmeno un’ora e mezza di indagine”.

Articoli correlati

Condividi