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Jim Gordon: la tragica storia del batterista assassino

James Beck “Jim” Gordon, nasce a Los Angeles, il 14 luglio del 1945. È un batterista e autore, famoso per la sua opera in studio come session man tra la fine degli anni ’60 e tutti i ’70. Jim Gordon è diventato famoso per la sua militanza nel super-gruppo dei Derek And The Dominos. La carriera musicale di Jim Gordon vede il suo culmine nella più tragica ed efferata delle circostanze. Nel 1983, nel pieno di un momento di follia, causato da una schizofrenia, fino ad allora, mai diagnosticata, colpisce sua madre a morte per poi venire condannato a 16 anni di carcere.

È possibile ascoltare la batteria di Jim Gordon su centinaia di dischi da record. Il suo range di collaborazioni spazia da band come i Beach Boys, fino a mostri sacri del Rock come Tom Petty e George Harrison; dagli Hall & Oates a Linda Ronstadt. La sua storia, però, è delle più deplorevoli; capace di eclissare per sempre la sua brillante carriera artistica. Gli episodi di Jim Gordon hanno scritto una delle pagine più oscure nella storia della musica moderna.

La tragica uccisione della madre di Jim Gordon

Il delitto si consumò il 3 giugno del 1983. Jim Gordon attaccò sua madre, Osa Marie, colpendola prima con un martello e, poi, con una mannaia. Durante la deposizione, l’uomo ha affermato di aver sentito delle voci nella sua testa che gli imponevano di uccidere la madre. Il batterista venne condannato a sedici anni di reclusione. Spesso, Gordon ha detto di non ricordare quanto accaduto, ribadendo in diverse occasione che, la donna, non sia mai morta. Dopo il deprecabile atto, al batterista è stata diagnosticata una grave forma di schizofrenia. Ad oggi, Gordon trascorre le sue giornate nella clinica psichiatrica californiana di Vacaville.

La straordinaria carriera del batterista

Come detto, la vita e la carriera di Jim Gordon, inizialmente, seguivano un’unica direzione; arrivando repentinamente sul firmamento. Nato e cresciuto a San Fernando Valley, Gordon si diplomò al conservatorio a soli 17 anni, intraprendendo sin da subito un meraviglioso percorso come batterista, suonando con gli Everly Brothers. Possiamo ascoltare Jim Gordon dietro le pelli in classici come Imagine di John Lennon, nelle tracce di Alice Cooper, dei Traffic e di B.B. King, tra gli altri.

Gordon toccò il punto più alto della sua carriera quando, Eric Clapton, lo assunse come membro fisso dei Derek And The Dominos. Era il 1970. Sua, è anche la batteria del classico senza tempo di Slowhand, Layla, di cui, addirittura, ne fu co-autore. Jim si esibì dal vivo con la band per tutto il tempo in cui ne fece parte. Nel corso degli anni ’70, Gordon figurò sul palco insieme ad artisti come Joe Cocker. Quando non infiammava la batteria in studio e dal vivo, però, i suoi demoni interiori prendevano il sopravvento. La prima manifestazione di violenza da parte di Jim, arrivò quando, durante il tour con Cocker, il batterista colpì la fidanzata.

La precarietà delle sue condizioni psicologiche, peggiorò a vista d’occhio quando, i medici, gli consigliarono di curare il suo alcolismo, ignorando la malattia mentale. Il 4 giugno del 1984, Gordon venne accusato dell’omicidio della madre. Nel corso degli anni, ha sempre perso la possibilità di poter uscire dalla clinica; la prossima, arriverà nel 2021. Oggi Gordon ha 75 anni e, al di la degli orrori di cui si è macchiato, il suo apporto sul panorama musicale contemporaneo è profondamente ampio.

 

 

 

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