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Caparezza: Prisoner 709!

 Il 27 Febbraio 2015 veniva estratto, da Museica (sesto album in studio di Caparezza), Mica Van Gogh. Quinto e ultimo singolo che – seguendo il parallelo vita umana/artistica – metteva a paragone la vita di una persona qualunque con quella del celebre pittore olandese, che tanto aveva stupito Michele Salvemini quand’era stato ad Amsterdam.

A distanza di due anni e mezzo, giorno più giorno meno, nuovo album e nuovo singolo. Prisoner 709 è il nome del nuovo album di Capa (uscirà il 15 settembre) nonché del primo singolo oggi estratto. Tanto c’è da dire, in un discorso che deve inglobare necessariamente testo, musica, genere, video musicale ed importanza, ma partiamo da una chicca niente male. Caparezza si presenta come il prigioniero 709, attraverso un titolo che fa ragionare un po’ tutti.

La pronuncia inglese dello 0 (oh) è facilmente confondibile con “or”. Che sia questo un segnale? In effetti, come tutti i fan del Capa ben sanno, la carriera del rapper pugliese ha visto, ai suoi inizi, i due dischi realizzati con lo pseudonimo di Mikimix. 7 sono gli album di Caparezza, compreso questo stesso; 9 sono gli album totali (se si considera anche l’altro pseudonimo). 7 o 9? Inoltre, 7 sono le lettere del nome MIKIMIX, 9 sono le lettere del nome CAPAREZZA. Ancora una volta, allora, 7 o 9?
Una cosa è certa: sono tutte congetture, ma ciò su cui tutti possiamo concordare è un dato statistico; il primo singolo è uscito oggi, il 7 settembre che, sui calendari, è 7/09. Basterebbe solo questo per chiudere tutto, per fermarsi a una genialità statistica e numerica, ma andiamo avanti.

Dando uno sguardo al video musicale, prodotto dalla Younuts, ci si accorge subito dell’iniziale trafila di “prisoners”, ognuno condannato per un crimine musicale.
Il crimine di Caparezza è invece generalizzato con “everything”, come a ribadire, giustamente, quanto abbia spaziato nel corso degli anni il pugliese, che non ha fatto del solo rap il suo senso musicale.

Da un primo ascolto, potrebbe semplicemente essere considerato come un’autobiografia in musica: in realtà, almeno la sensazione così suggerisce, a parlare in prima persona è il CD. «Io sono il disco non chi lo canta, sto in una gabbia e mi avvilisco, il futuro sopprime colui che negli occhi lo guarda, è un basilisco. Qua tutto cambia, prima tra i santi dopo sei l’anticristo, ho un buco in pancia, qua non si mangia, neanche gli avanzi, visto?» dice, e continua «Oggi che la rete è l’unica, io giro con amo e lenza ma la gente ascolta la musica, non ascolta la coerenza e sono mariuolo avido tra tanti ladri d’oro platino e diamanti,».

Quella di Caparezza sembra essere in primo luogo una condanna aspra alla commercialità del disco, ma non solo: accanto al significato di un testo che non conta più, per lasciar spazio al numero, alla targhetta (è la legge della cifra), c’è anche l’avvento della piattaforma, dello smercio, della copia, del download (Io copia fisica, in custodia cautelare rigida o digipack. Chi mi vuole far visita, digita. Ho meno spazio che in una classifica minicar.). Il disco in sé per sé, vuole quasi farci riflettere il Capa, non esiste più perché le condizioni in cui questo viene creato ne sfavoriscono l’importanza che aveva un tempo. Basta un clic, è l’amara sentenza, e si è proiettati ormai a tutto. Positivo? Certo, ma anche omicida.

Lo ribadiamo, si tratta di semplici congetture e a tratti sensazioni: il singolo è uscito da qualche ora, le teorie si moltiplicano e, in fin dei conti, fan e non fan cercano di darsi spiegazioni.
Spazio agli auguri, allora: se la paura più grande era che Caparezza, ormai al suo settimo (o nono?) album potesse completamente scadere nel mainstream. Il timore viene ampiamente eliminato con questo primo singolo, che, pur portando con sè l’atmosfera da obiettore che sempre ha contraddistinto il rapper, presenta grande originalità, soprattutto musicale: la chitarra incalza, rimane impressa, il ritornello è molto importante per la carica adrenalinica, il sound è ben studiato.

I dettagli, neanche a dirlo, curatissimi. Appuntamento tra una settimana, a questo punto, con l’uscita dell’intero disco, sperando che il prigioniero 709 abbia ancora qualcosa di importante da dire.

 

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Articolo di Bruno Santini, via Nefele

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