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Fear Inoculum, il nuovo singolo dei Tool (Recensione)

Finalmente ci siamo. 13 anni dopo l’uscita di 10,000 Days, i Tool ritornano con un nuovo album, previsto per il 30 Agosto. Nell’attesa, è stato pubblicata la title track, Fear Inoculum. Ecco che cosa ne pensiamo, in questa nuova recensione su Fear Inoculum.

Recensione di Fear Inoculum

Il tanto atteso brano dei Tool è uscito lo scorso 7 Agosto 2019, alle 14:00 (ore italiane). Ascoltarlo subito, senza scrupoli, ha un altro sapore: è quel senso di novità assoluta e quasi esclusiva. Due soli poli: l’ascoltatore e la canzone isolati dalle cuffie, pronti ad affrontarsi, a conoscersi. È un flirt, un appuntamento al buio.

Sì, di lei conosci il passato ma non sai che tipo di approccio deciderà di avere. E i Tool in materia di flirt ci sanno fare: si tratta di un brano complesso, estremamente maturo. È la perfetta commistione tra il tetro scenario di Lateralus e l’esoterico mondo di 10,000 Days. La canzone comincia ponendo subito quello che sarà il leitmotiv emotivo per quasi tutti i 10 minuti successivi: 2 i minuti di intro strumentale, in cui il primo a fare il proprio ingresso è Danny Carey con le tabla, con il chitarrista Adam Jones che per quasi tutto il brano tratta lo strumento come una tastiera: assolvenza e dissolvenza, quasi mai attacchi.

La parte ritmica è un vero e proprio capolavoro. Il missaggio e l’equalizzazione di Joe Barresi (produttore) creano una profondità di campo incredibile. Il basso e la voce entrano quasi in contemporanea: il lavoro di Chancellor ricorda molto The Grudge, dà un ottimo aiuto alle percussioni, diventando quasi un tutt’uno con esse, mentre la voce di Maynard, come si è notato anche negli ultimi anni, ha perso potenza. Proprio per questo motivo, gli effetti giocano un ruolo fondamentale, e ciò che viene fuori è bellissimo: tutto è enigmatico, si gioca sulla profondità, come se le ansie, le paure e le negatività fossero parte oramai integrante di questo cantore.

Siamo forse di fronte al più complesso e maturo testo dell’intera discografia dei Tool. La lirica è breve, a volte quasi formata da singole parole, il cui vero e proprio significato (Keenan ci ha abituato a incredibili metafore) è nascosto, celato. Tutto ciò sembra essere parte di un rituale, di una preghiera rivolta a “The Deceiver” (dissuasore, ingannatore). Queste paure e queste ansie giungono come se fossero una fitta nebbia, un’aria da respirare.

Il ritornello è emblematico:
“Exhale, expel
Recast my tale
Weave my allegorical elegy”

La canzone è divisa in due parti (dal sesto, settimo minuto circa).Questa fitta nebbia oscura e velenosa lascia lo spazio ad una notte senza ritorno, con un ritornello spettrale, tetro, cupo. Siamo spettatori spaventati di questo rituale, di questa preghiera o ne siamo parte integrante e fondamentale?

Che cosa sappiamo del prossimo album dei Tool

L’uscita del disco omonimo è prevista per il 30 Agosto. Durante i live la band ha proposto due nuove canzoni, Invincible e Descending, quasi sicuramente parte di Fear Inoculum, che caratterizzano un bagaglio artistico sicuramente importante, in grado di anticipare ciò che saremo in grado di ascoltare.

Per il momento sappiamo che l’album è stato incentrato (senza scelte premeditate, quasi casualmente) sul numero 7: secondo il chitarrista Adam Jones, supererebbe i 70 minuti di durata. È possibile preordinare l’album solo in edizione deluxe limitata che comprenderà uno schermo HD da 4‘’ (con cavo di ricarica e altoparlante da 2 watt) contenente filmati esclusivi più un booklet da 36 pagine e una download card per MP3.

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