R3M

The Rolling Stones a Lucca: le nostre impressioni sul concerto

21 settembre 2017, i Rolling Stones arrivano in Toscana con il loro personale aereo decorato dalla tanto amata bocca rosso fuoco di Mick e la lingua della dea Kalì, logo spregiudicato che da mezzo secolo li rappresenta, mentre una Lucca blindatissima è pronta ad accoglierli. Noi siamo carichissimi!
Sabato 23 settembre, il piccolo centro storico della città comincia ad animarsi con l’arrivo dei fan fin dalle prime ore del mattino; sui social impazza la caccia all’ultimo biglietto e fuori dalle mura non mancano i bagarini. La città è calma e non sembra temere la folla dei “quasi 60mila”.

Ci siamo, ore 13:00 i cancelli si aprono e l’attesa sta per finire. Noi arriviamo in città oltre l’orario prefissato sulla tabella di marcia a causa di un piccolo imprevisto automobilistico, ma questo non ci scalfisce affatto. Trovato il parcheggio e sistemate le ultime cose ci avviamo, è ora di ritirare i biglietti trovati con grande fatica. Non è facilissimo capire la ripartizione delle entrate e ci perdiamo al primo colpo… ok, colpa nostra, sul sito era abbastanza chiaro!

stones

Ore 18:30, finalmente i biglietti ci sono e possiamo oltrepassare i cancelli. Pile di zaini coloratissimi ci lasciano già un po’ di sconforto, ma in fondo la nostra borsa è poco oltre lo standard consentito, ci lasceranno passare… Eh no! Neanche le fotocamere sono ammesse. Dopo un’estenuante corsa alla macchina e una birra strameritata, entriamo finalmente nell’arena Rock più ambita di quest’anno! Prato A gold, prime file; non possiamo pretendere di meglio… effettivamente, un posticino sul palco sarebbe gradito!

Ore 20:00, cavalcano la scena i the Struts, gruppo rock inglese con l’arduo compito di intrattenere il pubblico prima dei Rolling Stones. I ragazzi, non del tutto alle prime armi, suonano un rock con un’impronta simile a quella delle Pietre Rotolanti e si guadagnano il calore della folla. Pochi minuti dopo le 21:00, con un’atmosfera degna dell’inferno Dantesco, ad annunciare l’arrivo dei RL sono le prime note di Sympathy for the devil, la folla si scatena e comincia a cantare in coro “woo woo”. Eccolo! Mick in giacca scintillante e camicia viola, non poteva essere che lui il primo a calpestare il palco. Voce nitida, timbro inconfondibile. Il secondo brano è “It’s only rock n’ Roll”, i fan sono già in delirio, il leader dei Rolling Stones  ” sprigiona la sua energia mostrando di avere ancora un physique du role degno della fama planetaria che ha conquistato. Il suo ancheggiare è ancora fluido, per niente arrugginito. Sono tutti a bocca aperta, noi compresi, ed è solo l’inizio!
stones
L’intramontabile Sir Michael Philip saluta gli spettatori – in un italiano non perfetto, ma assolutamente apprezzabile – con “ciao Lucca, ciao Toscana, ciao Italia”, scherza su Puccini e interpreta un’inaspettata versione italiana di “As tears go by”, brano scritto insieme a Keith Richards. Purtroppo ancora una volta ci si rende conto di quanto il nostro idioma, gentil sonar e puro, poco si sposa con le melodie rock; il risultato ottenuto è un po’ cacofonico. Seguono “Just your fool” e “Ride Em on Down” una piacevolissima ventata blues, non del tutto inattesa per chi ha ascoltato la loro ultima opera “Blue and lonesome” del 2016. Si sa, il blues fa parte del loro DNA. Mick impugna la sua amata armonica e Keith la fa da padrone con la sua chitarra.

La scaletta che segue ci accontenta veramente tutti con i brani più famosi di sempre: Start me up, Tumbling dic, Honky Tonk women, Miss you, Brown sugar, (i can’t get no) Satisfaction e Let’s spend the night together… scelta direttamente dai fan. È il momento di “You can’t always get what you want” e ci rendiamo conto che, contrariamente a come accade di solito nei live, non è per nulla enfatizzata, ma completamente privata dell’orchestra e dei cori presenti nella versione originale: a sostituirli con grande maestria e senza farne sentire assolutamente la mancanza è l’assolo di Ronnie che cattura l’attenzione di tutti. É forse il brano più sentito dai RL che si ritrovano in una performance in perfetto stile jam session. Nonostante gli inevitabili segni del tempo, Mick, Keith Richards e Ronnie Wood si esibiscono in una maniera tale da far invidia ai ventenni; l’unico che lascia trapelare il peso degli anni passati è un Charlie Watts quasi inespressivo per gran parte del concerto.
stones

Riff inconfondibili di chitarre ancora ben maneggiate, balletti e passi alla Tina Turner come solo Mick sa fare. Insomma, un rock esplosivo interrotto da poche pause create esclusivamente per interagire con il pubblico che li ha amati e continua ad amarli. Riecheggiano eloqui del tipo “siete ganzissimi”,”are you feeling good? eccheccazzo!”; il buon “Keef”, che sbaglia l’attacco per “Honky tonk Women”, prima di intonare la sua “Happy”, si lascia andare in un “alla faccia di chi ci vuole male” e una risata ci sta tutta! La serata è ricca di emozioni, qualche distrazione dovuta ad una proposta di matrimonio e dalla presenza di una coppia di neo sposini che, ancora in abiti nuziali, ascoltano e si lasciano incantare, nel loro giorno più bello, da chi ha contribuito a scrivere la storia della musica.

 

Qualcuno tenta di scavalcare le barriere di protezione per potersi avvicinare, altri guardano lo spettacolo comodamente dalle proprie abitazioni. Le due ore di spettacolo trascorrono in un attimo e purtroppo ci rendiamo conto di essere giunti già al momento del Bis. Le ultime due canzoni sono Gimme Shelter e jumpin’ Jack Flash. Quest’ultima eseguita con l’inebriante duetto tra il sempre giovane, ma ultra settantenne, frontman delle pietre rotolanti  l’ormai fedelissima corista Lisa Fisher dalla voce e fisicità prorompente.


Ore 23:25, con un piccolo spettacolo pirotecnico salutano il pubblico e uniti da un gigantesco abbraccio eseguono l’atto di riverenza, piegano il busto e abbassano il capo.
Per questo concerto i RL non hanno alle spalle scenografie mozzafiato, né un palcoscenico imponente (ma essenziale e sofisticato) e le mura cinquecentesche della piccola città fanno la loro grande figura. Tutti gli occhi sono puntati su di loro che si esibiscono con un carisma e un’alchimia indiscutibile ancora a 70 anni suonati! Un tour davvero senza filtri, senza possibilità di replica, poco spettacolo e più musica. Un concerto quasi più intimo e pulito, un atteggiamento poco consono forse alla reputazione che ha fatto la leggenda dei Rolling Stones . Cercano, curano e coccolano l’affetto del pubblico per tutta la durata dello spettacolo. Il loro rock non ha età, entusiasma ed unisce diverse generazioni (quattro, per la precisione) e non ci si può stancare degli instancabili.

 

I puritani Rollingstoniani, fortunati nel poter fare confronti con precedenti vis-à-vis, hanno sicuramente percepito qualche piccola “crepa”, resa impercettibile dal grande e accecato amore degli ammiratori e dalla indiscutibile esperienza dei Rolling Stones stessi. Lo scorrere del tempo è inesorabile e negli ultimi anni c’è sempre il dubbio che possa essere l’ultima possibilità di assistere ad un loro live, ma fortunatamente c’è sempre un seguito e le performances che continuano a regalare sono strepitose, tanto da renderli leggenda nella leggenda. Noi non vogliamo chiederci quando ci sarà effettivamente il loro arrendersi alla tanto meritata pensione, vogliamo che continuino a rotolare.

Felicissimi di aver partecipato al concerto dei questo concerto, è doveroso per noi ringraziare chi ha reso possibile tutto ciò; ringraziamo la dolcissima Angie che ci ha atteso per più di due ore, ma ci ha accolto a braccia aperte e con un sorriso indimenticabile. Ringraziamo Davide Crosera per aver custodito con tanta premura il nostro biglietto fino alla fine e averci ceduto qualche suo scatto. Beh, lui è un grande “patito” con cui abbiamo scambiato opinioni ed esperienze musicali con tanto entusiasmo.

I concerti sono anche questo… l’incontro di persone straordinarie.

Articoli correlati

Condividi