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Pino Daniele: a tre anni dalla morte ricordiamo il bluesman napoletano

Il 4 gennaio, da ormai tre anni, rappresenta una giornata negativa non solo per gli amanti del blues e della canzone napoletana, ma per tutti coloro che apprezzano la buona musica. Il 4 gennaio del 2015, infatti, moriva (per infarto) Pino Daniele, nella sua abitazione a Ortebello in Toscana. Quelle “maledette” 22.45 in cui fu dichiarato il decesso rappresentano un grande spartiacque per tutti gli amanti del celebre cantautore napoletano: a Napoli, 100 mila persone si sono riunite in Piazza del Plebiscito, la sera del 6 gennaio, per commemorarlo cantando le sue canzoni. Il mondo intero della musica si è mobilitato per ricordarlo, con messaggi e numerosi ricordi, da Ligabue a Zucchero, da Gregori a Venditti, da Vecchioni a Vasco Rossi; da sottolineare, però, è la figura di Eric Clapton.

E’ proprio dello straordinario rapporto musicale che il napoletano aveva con il «The man of the blues» (l’uomo del blues, definizione che fu data allo statunitense da Chuck Berry) che tratteremo in quest’articolo: il concerto insieme, l’omaggio di Clapton al napoletano e la “cover” (così l’ha definita) fatta da Pino Daniele.

Ma andiamo con ordine: il primo incontro tra i due chitarristi-cantanti c’è stato in occasione del Crossroads Guitar Festaval, nel 2010 a Chicago. Il Crossroads è una manifestazione musicale benefica, organizzata dallo statunitense, in cui si suona, in prevalenza, blues, pur non disprezzando comunque rock, jazz e folk. In quell’occasione, il napoletano fu presente ed ebbe l’occasione di conoscere il grande genio musicale di Clapton. Ma non è stato certamente quello il momento più alto del rapporto tra i due: l’anno successivo, nel giugno del 2011, i due si esibirono insieme a Cava dei Tirreni (Salerno), nello Stadio Simonetta Lamberti. Anche in quel caso si trattò di un concerto organizzato a fini benefici. Davanti a loro trovarono uno stadio gremito ed entusiasta, che accolse i due grandi con un fragoroso boato. I due suonarono per circa due ore tutti i loro grandi successi, tra cui la celebre “Napul’è”. Fu proprio in quell’occasione che a Pino venne in mente di suonare un brano di Eric Clapton, in una versione inedita che, in un’intervista del 2012 ad Alessandra Sacchetta, ha semplicemente definito “cover”. «Abbiamo fatto un concerto insieme a Cava de’ Tirreni» spiega il cantante «e nei camerini si stava incominciando a provare questo pezzo che si voleva fare insieme… e siccome mi veniva male la parte in inglese mi sono detto ‘adesso la scrivo in italiano’» per poi concludere «l’ho resa un po’ mia, ecco.» Il pezzo di cui parla, nell’intervista, Pino Daniele è Wonderful Tonight, brano del 1977 contenuto nell’album Slowhand, che Clapton aveva disprezzato così tanto da volerlo buttare via, pur rendendosi conto, alla fine, della sua efficacia. La “cover”, in realtà, non è semplicemente una reinterpretazione: è una trasposizione, più che altro, in un contesto e in una cultura differenti, che danno grande lustro ad un brano, già di per sè, importante.
Più commuovente e dolente è, infine, il ricordo di Eric Clapton e l’omaggio fatto all’amico, in occasione della sua morte: sulla sua pagina Facebook, infatti, il chitarrista statunitense ha postato una foto che li ritraeva abbracciati, accompagnata dalle parole “For Pino” ma soprattutto da un breve brano (1 minuto e 44 secondi) strumentale, intitolato “Pino 5”, in cui chitarra e voce appena accennata sono i due elementi che, insieme, hanno creato un ultimo saluto meraviglioso a un grande compagno sui palchi, ma soprattutto un amico.

Quella con Eric Clapton è sicuramente un’esperienza importantissima, pur non essendo l’unica, ma non solo: è significativa, e ci fa rendere conto di quale fosse l’effettiva importanza, anche internazionale, che il nostro cantautore napoletano avesse. Amato a Napoli, certo; amato in Italia, ovvio; ma amato anche all’estero.

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