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Pazzia nel rock: cinque momenti di pura follia da parte delle rockstar

Si è sempre soliti associare alle rockstar l’immagine di una persona folle, fuori dal comune. Scelte realizzate, azioni compiute o semplicemente parole dette possono portare alla conferma di quanto detto: insomma, una rockstar è tutt’altro che una persona normale, e ha un tenore di vita completamente diverso rispetto alla realtà. Vogliamo parlare proprio della pazzia nel rock, attraverso cinque momenti di follia – ma non solo – da parte delle rockstar.

David Bowie e Mick Jagger nello stesso letto

Una delle storie che più ha alimentato l’ideale di pazzia nel rock, facendo nascere polemiche, indiscrezioni e non solo, riguarda David Bowie e Mick Jagger. Per molto tempo si è pensato che i due avessero potuto avere un rapporto sessuale, da quando la moglie del cantante britannico – Angela Bowie – rilasciò un’intervista piuttosto emblematica; all’interno della stessa la donna affermava di aver più volte trovato il marito a letto con diversi uomini, tra cui c’era anche Mick Jagger.

Howard Stern, che ascoltò le dichiarazioni della donna, chiese alla stessa se i due fossero nudi. La risposta fu positiva, e si scatenò un delirio mediatico incredibile, che la moglie di Bowie non contribuì a placare, rilasciando ulteriori dichiarazioni in cui non smentiva quanto detto. Il polverone fu così tanto invasivo che il britannico, per non voler rispondere più alla stessa domanda, affermò: “Sono affari miei. Consiglio a tutte le menti pruriginose di leggere le mie trenta o quaranta biografie e di scegliere i pettegolezzi e le versioni che preferiscono.”

Pazzia nel rock: quella volta che Keith Moon si tuffò nell’Oceano Atlantico

Non potevamo non dedicare almeno un punto della nostra lista alla celebre follia di Keith Moon, se parliamo di pazzia nel rock. Al termine di un concerto ad Asbury Park, nel New Jersey, il batterista dei Who chiese insistentemente alla band di portare una groupie sul bus della band. La formazione, siccome qualche giorno prima aveva subito un furto di qualche migliaio di dollari dopo un droga party, si oppose fermamente.

Non ci fu modo di calmare lo spirito inquieto di Keith Moon, che minacciò di buttarsi dal camerino della band, che affacciava sull’Oceano Atlantico. Senza che ricevesse risposta, il batterista si lanciò nel vuoto, e non ci fu modo di trovarlo per ore. Quando tutti sembravano essere rassegnati, lo si sentì urlare per richiamare i compagni di band: era atterrato su una piattaforma e si era nascosto, per fare uno scherzo agli amici.

L’incontro tra Bob Dylan e Peter Grant

La più breve delle storie di pazzia nel rock, ma anche la più emblematica. In uno degli innumerevoli party tra rockstar che si tennero a Los Angeles, venne invitato anche Bob Dylan.

Durante la festa gli si avvicinò una figura certamente non poco importante nel mondo del rock, Peter Grant, che gli strinse la mano presentandosi come il manager dei Led Zeppelin. La risposta di Dylan fu geniale: “Anch’io ho i miei problemi, ma non vado in giro a dirlo a tutti.”

Lo scherzo di Alice Cooper alla sua guardia del corpo

Su Alice Cooper si raccontano innumerevoli storie di follia, che tendono ad accomunare il reale con l’immaginario e il fantastico. Una di queste vede racconta che lo stesso volesse fare uno scherzo alla sua guardia del corpo, fingendosi pazzo.

Una sera, allora, il cantante decise di alzare il volume del televisore e iniziò ad avere rapporti sessuali con lo strumento stesso, pensando che in questo modo avrebbe attirato la sua guardia del corpo in stanza. Così non fu, dal momento che entrò soltanto l’addetta delle pulizie che lo trovò accasciato a terra dopo aver raggiunto un finto orgasmo.

La follia degli Aerosmith

Sono tra le band più pazze di sempre, in grado di accomunare follia e musica: se parliamo di pazzia nel rock, non possiamo non parlare di Aerosmith. E così, se è vero che una volta la band statunitense ordinò una tonnellata di carote senza alcun motivo, e pur vero che la formazione stessa distruggeva ogni stanza d’albergo con una precisione impeccabile.

Per questo motivo gli statunitensi portavano con sè, in valigia, seghe per fare a pezzi le stanze d’albergo e due o tre corde: in questo modo potevano gettare i televisori direttamente in piscina, senza il rischio di sbagliare.

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