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12 febbraio 1976: Dio salvi la regina! L’esordio dei Sex Pistols

Pazzi, irriverenti e straordinariamente Punk! Certi avvenimenti e certe date sono incredibilmente importanti nel mondo del rock; una di queste è, sicuramente, l’anniversario della prima apparizione sui palchi londinesi dei Sex Pistols. Era il 12 febbraio del 1976, Sid Vicious e la band fecero il loro esordio come gruppo spalla del gruppo britannico Eddie and the Hot Rods al Marquee Club di Londra. Vogliamo parlarvi proprio dell’esordio dei Sex Pistols.

L’esordio dei Sex Pistols: Johnny Rotten tra successo e polemiche

L’esordio dei Sex Pistols live non fu cosa da tutti i giorni; quel concerto cambiò per sempre il mondo della musica, introducendo uno stile trasandato e rabbioso che, come tutte le tendenze, ha riscontrato una nuova generazione di seguaci, ma ottenne anche parecchia disapprovazione.

L’esibizione non ci mise molto ad attirare l’attenzione mediatica; Johnny Rotten “stava davvero rompendo le barriere della performance – scrisse ai tempi la rivista musicale NME sull’esibizione – suonava passeggiando fuori dal palco, si sedeva in mezzo alla gente che stava assistendo al concerto e tirava sedie in giro. Tutto questo prima di sfasciare alcune delle attrezzature degli Eddie and the Hot Rods”. I fatti sconvolsero l’opinione pubblica, ma in compenso fecero guadagnare ai Sex Pistols fama e la prima recensione sul magazine, e fu proprio in quel momento che la loro carriera decollò. Con oltre 100 concerti, il 1976 fu in assoluto l’anno dei Sex Pistols.

L’esordio live dei Sex Pistols: tutti i seguaci della band punk

Il 12 febbraio fu il primo passo verso la conquista del Regno Unito, avvenuta il 4 giugno dello stesso anno alla Lesser Free Trade Hall di Manchester. Tra i pochi spettatori infatti, erano presenti ragazzi che, ispirati dalla band, avrebbero creato in futuro nuovi gruppi musicali destinati a fare la storia. Senza l’esordio dei Sex Pistols e il successivo sempre a Manchester sei settimane dopo, “Joy Division, New Order, Buzzcocks, la Factory Records, tutto il sistema delle etichette indipendenti britanniche, nulla di questo esisterebbe”, scrisse l’autore e produttore televisivo David Nolan nel suo libro “il concerto che ha cambiato il mondo”.

“Niente Fall, niente Hacienda, Happy Mondays ed Oasis. E questo significa anche niente Green Day, niente Killers, niente Arctic Monkeys, niente Coldplay, niente Prodigy, niente Kasabian… niente di niente”. Nacquero God save the queen, Anarchy in the UK, Schools are prisons; testi che parlavano con rabbia a una generazione senza più prospettive. Grazie al 12 febbraio il Regno Unito conobbe oltre a un nuovo modo di fare musica, un nuovo modo di essere quella musica. Eccessi, sfrontatezza e nessuna paura furono gli ingredienti chiave delle esibizioni, ma anche dell’essenza dei Sex Pistols.

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