Quando si parla di blues non si può fare a meno di sottolineare un processo storico lungo e importantissimo, che affonda le sue radici in una storia che potrebbe apparirci come molto lontana e che ancora oggi, nonostante si pensi che non abbia più effetti sulla realtà, influenza il modo di intendere e fare la musica nella maggior parte dei generi musicali che possono essere presi in considerazione. Bluegrass, rhythm and blues, talking blues, rock and roll, hard rock e addirittura hip-hop sono tutti prodotti di una tradizione di canto popolare “nera”, che non ha un vero e proprio inventore ma una sua cultura basica di riferimento: vogliamo parlarvi della storia del genere e di chi ha inventato il blues.
Che cos’è il blues?
Partendo dalle basi, si vuole rispondere ad un interrogativo basico: che cos’è il blues? Seguendo la definizione che viene data su Wikipedia si comprende che il blues è una forma di musica vocale e strumentale la cui forma originale è caratterizzata da una struttura ripetitiva di dodici battute e in particolare, nella melodia, dell’uso delle cosiddette blue note, là dove per blues note si intende una nota che corrisponde ai gradi III, V e VII della scala maggiore e abbassata di circa un semitono, quindi cantata o suonata in modo calante.
Riuscire a identificare quali siano le origini precise del blues non è assolutamente semplice, dal momento che sicuramente esse vanno fatte ritrovare territorialmente nella zona del Cotton Belt, là dove la forma di canto corale accompagnava il duro lavoro al quale erano sottoposto gli schiavi neri che venivano importati negli Stati Uniti d’America.
L’influenza africana nella nascita del blues
Nonostante le origini vadano fatte ricercare nella musica realizzata negli Stati Uniti d’America, non mancano influenze africane che hanno condizionato non soltanto il blues, ma anche il jazz, il reggae e lo spiritual. A tal proposito, l’etnomusicologo Kubik ha spiegato quali sono tutte le radici culturali e artistiche che si sono diffuse a partire dalla musica islamica presente in Africa.
In particolare ha spiegato: “Gli strumenti a corda (i preferiti dagli schiavi provenienti dalle regioni islamiche) erano generalmente tollerati dai padroni che li consideravano simili agli strumenti europei come il violino. Per questo motivo gli schiavi che riuscivano a procurarsi un banjo avevano più possibilità di suonare in pubblico. Questa musica solista degli schiavi aveva alcune caratteristiche dello stile di canzone arabo-islamica che era stata presente per secoli nell’Africa centro-occidentale“.
Perchè il blues si chiama così?
A questo punto, vale la pena analizzare anche perchè il blues si chiami così. Ancora una volta è una forma popolare di riferimento a spiegare il motivo di questa denominazione, dal momento che il termine deriva dall’espressione “to have the blue devils” (avere i diavoli blu) che ha il significato di “essere tristo, agitato e depresso”.
Blue, nella tradizione del tempo, aveva il significato gergale di “ubriaco”, così come confermano le “Blue laws”, le leggi che vietarono il consumo e la vendita di alcolici la domenica. Ancora oggi, a dire la verità – pur senza la connotazione relativa all’alcol – il termine blue viene identificato per parlare di tristezza e malinconia.