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8 maggio 1911: la nascita del chitarrista più misterioso di sempre

E’ stato uno dei chitarristi più misteriosi di sempre, nonché uno dei più significativi nella storia della musica. Stiamo parlando, indubbiamente, di Robert Johnson, nato l’8 maggio 1911. La vita e la morte di Robert Johnson – convenzionalmente considerato come l’iniziatore del Club dei 27 – sono state da sempre avvolte in un alone di mistero: dal patto con il diavolo alle sue dichiarazioni, fino ad arrivare a una morte oscura che la storia non è stata in grado di chiarire.

La vita di Robert Johnson

Se la figura di Robert Johnson è avvolta dal mistero, molto è dovuto anche e soprattutto a una biografia non in grado di fornire dettagli sulla sua vita e sulle sue esperienze. Sul cantautore e chitarrista statunitense si sa ben poco: è nato l’8 maggio 1911 ad Hazlehurst, nel Mississippi, da una relazione extraconiugale della madre Julia Dodds, che si unì a Noah Johnson dopo che suo marito l’aveva abbandonata per un’altra donna.

Pur essendosi appassionato ben presto alla musica, Robert Johnson fu tutt’altro che un talento precoce: iniziò a suonare l’armonica a bocca, poi passò alla chitarra, con cui era ritenuto goffo e impacciato. Dopo la morte della sua prima moglie, Virginia Travis, iniziò a vagare diventando un forte bevitore e donnaiolo. Il suo secondo matrimonio fu con Calletta Craft, con la quale la relazione naufragherà a causa del disinteresse sempre più crescente dello statunitense.

La leggenda del patto con il diavolo

La leggenda del patto con il diavolo di Robert Johnson è quella che, naturalmente, conferisce l’alone di mistero più grande sulla vita del bluesman statunitense. La storia racconta che Johnson abbia deciso di vendere l’anima al diavolo, in cambio di una qualità con il suo strumento che fosse ineguagliabile. Neanche a dirlo, fu effettivamente così: le tecniche che utilizzava, la semplicità con la quale era in grado di suonare e i testi sinistri (che parlavano continuamente di spettri e demoni) che improvvisava furono tutte conferme di un sospetto che aleggiava riguardo alla sua straordinaria tecnica.

Le cronache raccontano di un incontro avvenuto tra Robert Johnson e un uomo misterioso, nel crocevia di un luogo sconosciuto: dopo la morte della moglie, lo statunitense aveva abbandonato la sua residenza in un continuo vagare al termine del quale era impareggiabile con la chitarra. Quest’uomo misterioso, che altri non era – secondo il giudizio popolare – proprio il demonio in persona, avrebbe un nome: Ike Zinneman, un chitarrista che l’avrebbe istruito e che era solito suonare tra le trombe dei cimiteri. Per questa sua inconsueta usanza, era Zinneman era considerato un emissario del demonio. 

Qualunque fosse la realtà, la qualità di Robert Johnson era di gran lunga superiore a ogni altra possibile; lo confermò Eric Clapton, che di lui disse: “Per me Robert Johnson è il più importante musicista blues mai vissuto. […] Non ho mai trovato nulla di più profondamente intenso. La sua musica rimane il pianto più straziante che penso si possa riscontrare nella voce umana.”

La morte misteriosa di Robert Johnson

Ultimo punto a supporto del chitarrista più misterioso della storia è la morte di Robert Johnson. Una morte di cui non si conosce la causa: le cronache locali parlarono di avvelenamento, pugnalate e qualsiasi altra causa; pur visionando il certificato di morte – che non chiarisce nulla se non che i medici non intervennero presto per risolvere la sua agonia – non si hanno risposte.

Sonny Boy Williamson II e David Honeboy Edwards hanno dichiarato che Robert Johnson suonava con loro in uno degli ultimi giorni di vita, e che probabilmente in quell’occasione fu avvelenato. Lo statunitense aveva una relazione con la moglie del gestore del Three Forks, locale in cui i tre suonavano molto spesso, e nella sera in questione i due furono piuttosto spudorati nel mostrarlo al pubblico, tanto da causare le ire del gestore stesso. Sonny Boy ha affermato che molto probabilmente Johnson fu avvelenato con una bottiglia di whiskey, che gli fu fornita senza tappo e per questo pericolosa. Aveva soltanto 27 anni quando trovò la morte.

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