Le tombe e i memoriali delle rockstar diventano spesso meta di pellegrinaggio per tutti i fan e gli amanti della musica in genere. Lo Strawberry Field per commemorare John Lennon – ucciso da un fanatico, la statua di Freddie Mercury, la villa di Elvis Presley e tanti altri. Ma a volte, questi stessi luoghi, che dovrebbero essere la casa di un eterno riposo, vengono presi di mira da atti vandalici. Ultima in ordine cronologico, la tomba del leader dei Joy Division – Ian Curtis – vandalizzata per la seconda volta a distanza di poco più di dieci anni.
La notizia via Twitter
A quanto pare la tomba del leader dei Joy Division – Ian Curtis – è stata nuovamente presa di mira dai vandali. La notizia è stata riportata via Twitter sul profilo Joy Division Central. Curtis, leader e cantante della band britannica, si tolse la vita a soli 23 anni nel Maggio del 1980. I teppisti, colpevoli della deturpazione del luogo che conserva le ceneri di Ian Curtis, hanno portato via la pietra centrale dove si lasciano gli omaggi floreali. Il tutto è avvenuto nel cimitero di Macclesfield.
La lapide – posta sulla sepoltura di Ian Curtis – riporta la famosa frase dei Joy Division “Love will tear usa part”. Nel 2008 la tomba venne vandalizzata per la prima volta e venne rubata proprio la pietra con la nota citazione, prontamente sostituita. Stando al profilo Twitter Joy Division Central, sembra che questa volta la lapide sia stata lasciata intatta e che invece sia stata trafugata la pietra centrale. “La pietra memoriale incisa di Ian è stata rubata nel 2008 e un rimpiazzo è stata cementato al suo posto. Sembra che ci siano stati tentativi di trafugarla di nuovo” si legge su Twitter.
Il suicidio di Ian Curtis
Ian Curtis è stato cantante e leader dei Joy Division dal 1977 – anno in cui contribuì alla fondazione – fino alla morte avvenuta nel 1980. Curtis ha sempre avuto un animo romantico, affine ai poeti e alla letteratura decadente. Uno spirito ombroso che riversava nei testi dei Joy Division, di cui era paroliere. Le sue icone e i modelli di riferimento nella musica internazionale erano Jim Morrison, David Bowie e i Sex Pistols. Oltre a questa predisposizione all’arte, alla musica e alla letteratura sovversiva o malinconica, aveva anche un disturbo fisico che negli ultimi anni gli risultò insopportabile. Tutto questo condusse alla depressione e infine al suicidio.
Ian Curtis soffriva di epilessia fotosensibile. Con il trascorrere degli anni questa malattia divenne un peso enorme da sopportare. Intorno ai vent’anni il cantante dei Joy Division iniziò a sviluppare una grave forma di depressione. Dopo un matrimonio contratto da giovanissimo, una figlia e un divorzio, Curtis si uccise a soli 23 anni il 18 Maggio del 1980. Si impiccò alla rastrelliera della propria cucina. Dopo la sua tragica e improvvisa scomparsa – il giorno prima dell’inizio del tour negli States dei Joy Division – il gruppo cambiò nome in New Order. Tale decisione nasceva da un accordo – approvato da tutti i membri – nel caso in cui uno di loro avesse abbandonato la formazione.