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Robert Plant, il suo prossimo album sarà il più complesso di sempre

Robert Plant ha il suo nuovo album pronto oppure no? Effettivamente e secondo le sue dichiarazioni sembra proprio di no. Ma ci sono delle idee molto interessanti all’orizzonte con alcune personalità davvero uniche. Se vi ricordate, Robert Plant aveva debuttato da solista nel mercato discografico nel lontano 1982, con l’album Pictures at Eleven. Erano passati solamente due anni dalla fine dei Led Zeppelin, a seguito della morte di John Bonham, lo storico batterista. Ecco che, dopo una lunghissima carriera alle spalle, è giusto il momento di scrivere un nuovo album dopo l’ultimo del 2017, intitolato Carry Fire. Ha dato alcuni dettagli del suo nuovo lavoro in concomitanza con l’uscita a febbraio di Digging Deep, precisamente il 28 febbraio. Si tratta di un incredibile cofanetto, destinato ai veri appassionati del cantante, con tutti i singoli rimasterizzati dei 30 anni di carriera solista del Nostro. Il nome, tra le altre, si collega al suo podcast presente anche su Spotify Digging Deep.

Le news sul nuovo album

Robert Plant non ha rivelato il titolo del nuovo lavoro, né il numero di tracce o altri dettagli. C’è da dire però che la band di Robert Plant, dal nome di The Sensational Space Shifters, si arricchirà di nuovi membri aggiuntivi per supportare il cantante in questo nuovo album. Tra le altre cose, anche Plant insegue una tendenza musicale piuttosto in voga tra i rockers che hanno alle spalle una grandissima carriera. Questi ultimi si fanno supportare infatti da musicisti eclettici, autentici fuoriclasse in strumenti specifici e spesso inusuali nel mondo del rock. Si pensi, ad esempio, ad Iggy Pop e al suo ultimo album Free, pesantemente condizionato da uno stile jazz e blues grazie alla presenza del trombettista Leron Thomas. Ecco perché Plant ha dichiarato che il suo prossimo album sarà il più complesso di tutti e ci sono più di 40 idee sui vari arrangiamenti strumentali. Ci sarà poi la presenza di Tim Oliver, manager dello studio Real World, che, secondo Plant, è un vero mago nel permettere nuovi mixing tra i vari generi musicali.

Il precedente disco

Robert Plant ha sempre dato ai Led Zeppelin ciò che era dei Led Zeppelin. Molto spesso i suoi album da solista partivano con il pregiudizio di essere di fronte ad un “Led Zeppelin versione solista“, ma non è stato così. Il precedente disco di Robert Plant intitolato Carry Fire ha dalla sua la grandezza di essere un disco in cui si sperimenta un folk rock interessante e in molti casi davvero nuovo e mai visto. Il tutto con una leggerezza, una credibilità e una eleganza che pochi cantanti e musicisti hanno. Ascoltando l’ultimo disco di Robert Plant, sembra di essere di fronte a qualcosa di estremamente familiare, nonostante non lo sia veramente. Anzi, gli elementi innovativi rendono questo disco (come anche il precedente Iullaby and… The Ceaseless Road) seguaci di un filo conduttore fusion. È logico pensare che anche il prossimo album sarà così, con la presenza di nuovi musicisti estremamente talentuosi e dotati. In fondo, Robert Plant non ha mai smesso di creare e provare a essere innovativo (riuscendoci anche molto bene), in confronto ad altri artisti che preferiscono la tattica del “marchettone” e non cambiano mai. Non ci resta che aspettare la sperimentazione.

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