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Le cinque canzoni d’amore più belle dei Nirvana

Meditabonda, enigmatica e misteriosa, la figura di Kurt Cobain potrebbe essere associata con molta difficoltà all’amore nelle sue molteplici sfumature. Il cantante e autore dei testi dei Nirvana si è sempre soffermato su una visione melanconica delle emozioni, introspettiva e brutalmente sincera. I concetti generali diffusi nella società che riguardano l’amore, per cui, non collimerebbero per niente con i canoni stilistici della musica dei Nirvana. Il fatto che Kurt riuscisse ad esplicare la sua visione per niente edulcorata del sentimento per eccellenza, renderebbe il suo punto di vista più valido rispetto a qualsiasi altro.

Celata dietro le turbe dissacranti del nichilismo di Cobain, infatti, c’è sempre stata un fattore emozionale molto profondo, fragile e, talvolta, anche romantico. Ne è un esempio lampante la sua cover di And I Love Her dei Beatles. Il leader dei Nirvana era anche un femminista convinto, viste le sue citazioni contro le molestie e l’oppressione delle donne. Riguardo le sue canzoni, Kurt ha saputo fornire una prospettiva completamente nuova sull’emozione più basilare e spontanea appartenente all’essere umano. In questa classifica, evidenziamo cinque tra i brani dei Nirvana dedicati all’amore che più riescono a toccarci nel profondo e nelle quali ci immedesimiamo dentro, immergendoci per un istante nel tragico mondo che ha portato Kurt Cobain all’oblio.

5) Heart Shaped Box

Heart Shaped Box del 1993 rappresenta uno dei punti più alti della leggendaria carriera dei Nirvana. Il brano deriva dal terzo ed ultimo album in studio del gruppo, In Utero. Heart Shaped Box ha offerto una percezione nuova del grado interpretativo nelle canzoni. Heart Shaped Box tratta, principalmente, della relazione di Kurt Cobain con la cantante delle Hole, Courtney Love, scavando nei lati più oscuri e torbidi dell’amore. Annullamento profondo, prigionia e controllo sono alla base di una relazione instabile ed inevitabilmente logorante.

4) Where Did You Sleep Last Night

Quella dei Nirvana è, in realtà, una rivisitazione di un brano folk americano degli anni ’40. Esistono diverse versioni della canzone, essendo stata tramandata oralmente. Il messaggio nefasto e struggente che viene trasmesso, arriva in ogni versione. Nel 1993, Kurt Cobain ammalia gli spettatori dell’MTV Unplugged con il suo personalissimo arrangiamento, segnando ancora oggi i suoi ascoltatori.

3) Milk It

Milk It deriva, ancora una volta, da In Utero. Tipicamente oscura con chiari riferimenti al suicidio. Il brano potrebbe essere una metafora sull’ulcera con cui Cobain lottava, secondo altre interpretazioni, il leader dei Nirvana si riferiva all’abuso di sostanze stupefacenti. In ogni caso, tutte le teorie sulla canzone, convergono nel sostenere che Kurt stesse illustrando il suo punto di vista sulle relazioni tossiche e su quanto noi contribuiamo alla loro creazione.

2) On A Plain

Nessuno, per quanto possa essere in grado di amare una persona, può annullare sé stesso ed anteporre definitivamente il bene dell’altro al proprio volontariamente. Il potere della suggestione dell’ego è subdolo e potente, per quanto non ne si parli spesso nelle canzoni d’amore. Probabilmente le persone cercano di tergiversare non ammettendo che questi sentimenti possano appartenergli. I Nirvana spostano l’attenzione sui processi d’indulgenza individuale alla ricerca di una sorta di auto-espiazione dei peccati attraverso On A Plain, contenuta nell’album del 1991, Nevermind.

1) You Know You’re Right

You Know You’re Right è stata l’ultima canzone registrata in studio dai Nirvana prima che Kurt Cobain si suicidasse nel 1994. Anche senza tenerne conto, è una canzone carica di dolore e catastrofica tragedia. Il testo è distruttivo ed il messaggio è chiaro: “Non sei tu, sono io, ma lo sono davvero”.

 

 

 

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