A Momentary Lapse Of Reason è, per sua natura, un album piuttosto importante nella discografia dei Pink Floyd, sicuramente perchè è stato il primo ad essere stato realizzato dopo l’abbandono di Roger Waters. Allo stesso tempo, però, un motivo di grande importanza è da ricercarsi anche nella copertina del disco, dietro la cui realizzazione c’è un segreto che lo stesso David Gilmour ha raccontato.
Le dichiarazioni di David Gilmour
Nel parlarvi di quale sia stato il segreto dietro la realizzazione della copertina di A Momentary Lapse Of Reason, vi citiamo la domanda che è stata fatta a David Gilmour nel suo podcast: “Deve esserci questo tipo di immagine forte e grafica, ma ci deve essere anche umorismo. Anche se “Wish You Were Here” fosse un umorismo piuttosto oscuro, è comunque un’immagine divertente in molti modi e penso che i letti ne siano un esempio molto simile. C’è un po’ di Magritte lì dentro.”
La risposta di Gilmour è stata eloquente: “Sì, è un po ‘surreale. Voglio dire, le persone, in altre parole, normalmente le persone lo farebbero di solito con Photoshop e la tecnologia digitale. Anche a quei tempi, c’erano modi di tagliare, incollare e quel genere di cose, ma Storm non ne avrebbe mai sentito parlare, e tutti dovevano essere fatti sul serio. Penso che la realtà di farlo nel modo “giusto, giusto, reale” si verifichi.”
Qual è l’album più significativo dei Pink Floyd?
Accanto alla discussione che ha riguardato la realizzazione della copertina di A Momentary Lapse Of Reason, negli ultimi mesi ce n’è stata un’altra di tutt’altro motivo, che ha riguardato – invece – quale fosse l’album più significativo dei Pink Floyd. Il discorso non ha riguardato quale fosse il disco migliore, ma quegli elementi che hanno reso un album più importante e celebre degli altri e, per questo, degno di essere considerato maggiormente significativo.
Questo è quanto è stato dichiarato da un fan della band, che ha considerato il più significativo dei tre album The Wall, The Dark Side Of The Moon e Wish You Were Here: “Ai miei occhi, Dark Side of the Moon e The Wall tendono a raccogliere più attenzione e devozione in termini di discografia dei Pink Floyd. Wish You Were Here, tuttavia, è il mio preferito.”
Il motivo va fatto ricercare nelle sonorità del disco stesso: “I suddetti LP hanno alcuni tagli di estrema scelta (Breathe, Us and Them, Great Gig in the Sky, Hey You, Another Brick in the Wall, Comfortably Numb, Run Like Hell, devo aggiungere altro?), ma gli aspetti tematici di quei dischi sono in contrasto con il mio piacere d’ascolto generale […]. The Wall, in particolare, soffre sul lato 4 quando il tema si cala nel teatro … come se Andrew Lloyd Webber avesse scritto un set musicale in un manicomio. Wish You Were Here non contiene tali difetti. Non c’è una traccia meno stellare da trovare. Oltre alla sublime traccia del titolo, Have a Cigar e Shine On You Crazy Diamond (entrambi i brani) sono classici duraturi che non invecchiano o si consumano. La gemma per me potrebbe essere Welcome to the Machine … un pezzo straordinario se mai ne avessi sentito uno.”