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Serj Tankian affronta Trump: “No alla guerra in Iran!”

Il cantante e noto attivista Serj Tankian non ci sta. Lo storico frontman della band alternative metal System Of A Down attacca frontalmente il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per aver ucciso il generale iraniano Qassem Soleimani. Lo fa dal suo profilo Twitter e le sue parole non lasciano spazio ad alcuna interpretazione, sottolineando l’impronta pacifista che ha già mostrato in diversi brani del suo complesso.

Lo scenario pericoloso tra USA e Iran

La situazione è peggiorata lo scorso 3 gennaio. Trump incarica le sue truppe di lanciare un raid aereo con un drone MQ-9 all’interno dell’aeroporto di Baghdad, in Iraq. La bomba ha centrato in pieno due automobili facenti parte di un convoglio che stava uscendo dallo scalo. In questa occasione, il leader delle forze curde Qassem Soleimani e il vice-capo delle Forze di Mobilitazione Popolare Abu Mahdi al-Muhandis sono stati uccisi. Subito dopo l’attacco, messo a segno verso l’1 del mattino, c’è stata la rivendicazione dello stesso Donald Trump.

La situazione ha gettato nello scompiglio le stesse forze governative americane. Il Pentagono ha parlato di un’opera di protezione per i militari statunitensi all’estero, mentre la deputata della Camera Nancy Pelosi ha parlato di un raid ordinato senza alcun consulto nei confronti del Congresso. Al contempo, un consigliere dell’Ayatollah Ali Khamenei ha minacciato gli Stati Uniti. Questi ultimi, se non ritireranno le loro truppe dal territorio iracheno, rischierebbero di “affrontare un nuovo Vietnam”.

Le parole di Tankian contro Trump

Dal suo profilo Twitter, Serj Tankian ha rapidamente lanciato un’invettiva contro il presidente degli USA. “Un mese prima del suo impeachment in Senato – afferma il leader dei SOAD – e nell’anno delle elezioni, Trump ha fatto assassinare un leader delle Guardie Rivoluzionarie dell’Iran”. Tankian ha paragonato il gesto di Donald a quello di Bill Clinton in occasione del bombardamento contro l’Iraq prima del suo impeachment. Infine, ha concluso con un secco “Noi diciamo NO AD UN’ALTRA GUERRA”.

Nel corso della sua lunga carriera, l’artista non ha mai nascosto la sua natura pacifista e l’ha ampiamente dimostrata in diversi brani dei suoi System Of A Down. Da BoomHypnotize, da AttackBYOB, senza dimenticare War, la maggior parte delle tracce dell’album Toxicity è incentrata proprio sul tema della condanna alla guerra. Gli attacchi militari non sono considerati come la soluzione giusta in alcun caso.

Intanto, il gruppo non sembra avere alcuna intenzione di tornare a registrare canzoni insieme, almeno per ora. Tankian, di origini armene e libanesi, sta portando avanti una carriera da solista che gli sta garantendo buone sensazioni. Ad ogni modo, i SOAD compariranno tutti insieme il prossimo 12 giugno in occasione di un concerto insieme ai Korn.

Le altre invettive del rock contro Trump

Nel corso degli ultimi anni, diversi esponenti della musica rock hanno mostrato un profondo dissenso per le politiche di Trump. Da Billie Joe ArmstrongBruce Springsteen, da Mick Jagger ai Nickelback, passando per Oli Sykes dei Bring Me The Horizon e i Sum 41, di episodi del genere in tempi recenti se ne sono visti davvero tanti. Inoltre, il chitarrista e attivista Tom Morello ha mostrato un tweet del 2011 dello stesso Trump nel quale accusava Obama di attaccare l’Iran con l’unico obiettivo di “ricevere consensi alle elezioni”. Corsi e ricorsi storici.

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