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Dire Straits: qual è il brano a cui la band è più legata?

John Illsley è uno dei due membri originali che lasciarono i Dire Straits nel 1990. John era parte integrante del processo creativo che si celava dietro il lavoro del gruppo. Ovviamente, per ogni artista, esistono brani che riescono a fare leva sulle emozioni di chi li compone e, altri, dall’apporto emotivo minore.

Nel corso di un’ intervista, Illsley, rivelò quale fosse la canzone a cui è più legato e che, da sempre, continua a coinvolgerlo come fosse la prima volta. Quando gli è stato chiesto di quale canzone, egli conservi il ricordo più bello, il bassista ha risposto spiegando che non saprebbe sceglierne una in particolare; aggiungendo di essere affezionato al lavoro fatto per determinate tracce.

“Penso che scrivere Telegraph Road sia stato un bel viaggio, ma la canzone che riecheggia più forte nel mio cuore a distanza di anni è Brothers In Arms. È una di quelle canzoni – aggiunge – il cui significato resta immutato nel tempo, lasciando che il suo messaggio resti inalterato. Presenta questo forte senso di universalità che, a mio avviso, è un obiettivo unico. Inoltre, è l’unica canzone che non mi stanco mai di suonare.

Successivamente, John Illsley ha rivelato quanto, per lui, sia interessante quando le persone gli chiedono quale sia la sua canzone preferita dei Dire Straits. “Per rispondere, non penso mai alle mie preferenze in termini tecnici, mi riferisco sempre alle tracce che hanno, per me, più significato. Credo che, con Brothers In Arms, abbiamo fatto un ottimo lavoro.  Ogni volta che la suono, mi accorgo che c’è sempre qualcosa di nuovo. Il clima che si respira quando ci esibiamo. La coesione è molto forte e penso, che anche gli altri membri del gruppo si sentano così”.

Brothers In Arms, il più grande successo dei Dire Straits

Brothers In Arms è la traccia di chiusura dell’omonimo album che i Dire Straits rilasciarono nel 1985. Si tratta, sicuramente, del disco di maggior successo della band. Vincitore di un Grammy Award come album meglio prodotto nel 1986. Inoltre, nel 2006, l’edizione commemorativa pubblicata in occasione del ventesimo anniversario del disco ha vinto un altro Grammy come album con surround migliore.

Tra i riconoscimenti conquistati da Brothers in Arms nel corso degli anni, troviamo un premio come miglior album britannico, nel 1987 e una nomination tra i 10 dischi inglesi migliori di tutti i tempi, nel 2010. Inoltre, Brothers In Arms è comparso su decine di classifiche riguardanti i migliori album mai pubblicati.

L’omonima canzone di cui Illsley ha tessuto le lodi, è stata scritta durante la guerra delle Falkland, come un inno contro la crudezza dei conflitti armati. Brothers In Arms esprime un parallelismo tra la vita dei soldati in battaglia e la ricerca disperata, di questi ultimi, di comprensione e solidarietà. Un monito all’unità in tempi di disordine assoluto.

Le parole di Mark Knoplfer riguardo la canzone

Il responso della critica nei confronti dei Dire Straits all’uscita di Brothers in Arms fu assolutamente positivo. Il brano, insieme a Telegraph Road, sbaragliò le classifiche di tutto il mondo, trovando quotidianamente spazio nei palinsesti radio intorno al globo. Nel corso di un’intervista con Bill Flanagan, Mark Knopfler ha rivelato le difficoltà riscontrate nel tentare di immedesimarsi in una realtà tanto cruenta, quanto, a lui estranea.

“Parliamo di un soldato che sta per morire sul campo di battaglia. Alcuni temi non possono essere affrontati con la stessa spontaneità con cui abbiamo scritto altre canzoni. Bisogna scavare a fondo per trovare le risposte ad alcuni dei drammi più inenarrabili nella storia dell’umanità. In un certo senso, ricopri il ruolo di un outsider, ma allo stesso tempo, fai di tutto per immedesimarti il più possibile nel contesto che hai intenzione di esplicare. Se scegli di rimanere protetto dalla tua campana di vetro, il messaggio che vuoi trasmettere alle persone, per sensibilizzarle, sarà indecifrabile”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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