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Guns N’ Roses, Slash: “Come David Bowie mi ha salvato la vita”

Avere tanta fama e diventare una rockstar di grandissimo successo potrebbe non essere necessariamente positivo, soprattutto se il passaggio è così tanto rapido da portare a non metabolizzare abbastanza tutto quel successo che si ottiene. E’ il caso di Slash, celebre chitarrista dei Guns N’ Roses che ha – senza dubbio – affrontato momenti di grande difficoltà nel momento in cui, con la pubblicazione di Appetite For Destruction, la hard rock band statunitense ha ottenuto un successo mondiale. Slash ha dichiarato di essersi salvato dalle grandi difficoltà grazie a David Bowie. Ecco come.

Che cosa ne pensava Slash della fama e del successo?

Il grande successo dei Guns N’ Roses è stato, per le dinamiche con le quali è avvenuto, frutto di una grande casualità che ha portato la formazione statunitense a ottenere un larghissimo successo già dopo la pubblicazione del primo album in studio; un successo, sia chiaro, non scontato: per un periodo i Guns N’ Roses hanno caratterizzato la band più celebre del pianeta e tutti sappiamo che gestire questa fama non è stato proprio semplice per Axl Rose e gli altri. 

Specie per Slash, che ha dichiarato di inseguire la fama come si poteva credere: “Non avevo alcuna aspirazione a diventare famoso; tanti, invece, desiderano diventarlo per diverse ragioni. Tante persone, pur avendo un grande talento, pur essendo dei grandi musicisti e dei grandi compositori, amano quest’adulazione pubblica. Invece a me non importava molto, anche perché non avevo la benché minima idea di cosa avrebbe potuto essere o di come io avrei voluto che fosse, così quando poi è successo è stata dura affrontarlo.” 

Come David Bowie ha salvato la vita di Slash

In un primo momento della sua carriera, insomma, Slash ha gestito il successo e la fama in modo completamente sbagliato, compromettendo il suo stato fisico e rischiando addirittura la morte: “Durante tutto il periodo che va dal 1987 ai primi anni ’90 e Dio solo sa fino a quando, non si faceva altro che bere e andare alle feste, all’insegna della follia e degli eccessi: ne avrete sentite di storie in proposito ma per quanto riguarda me, non penso di averne qualcuna in particolare. Non sono mai stato il tipo al quale dire ‘Oh, so una storia su quella persona…’, continuo a tenere la bocca chiusa su certe cose, posso solo dire che è stato un periodo molto colorato”.

Il consiglio di un amico, però, l’ha indirizzato verso la retta via; l’amico, per esser chiari, è David Bowie:  “Una volta mi trovavo immerso in una delle mie fasi allucinatorie e ne ho parlato con David Bowie perché per me era tutto abbastanza inquietante. Lui mi ha detto ‘Adesso probabilmente ti trovi in un brutto posto e sei diventato vulnerabile a un sacco di interazioni esterne con cose che normalmente la gente non vede, e ti sei esposto a tutto questo’. E io gli ho detto tipo ‘Accidenti, tutto questo è pesante’. È stato un avvertimento o forse solo una precisazione in grado di chiarire in che stato fossi”.

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