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Le migliori 40 canzoni di Fabrizio De Andrè

Dolcenera

«Questo del protagonista di Dolcenera è un curioso tipo di solitudine. È la solitudine dell’innamorato, soprattutto se non corrisposto. Gli piglia una sorta di sogno paranoico, per cui cancella qualsiasi cosa possa frapporsi fra se stesso e l’oggetto del desiderio. È una storia parallela: da una parte c’è l’alluvione che ha sommerso Genova nel ’70, dall’altra c’è questo matto innamorato che aspetta una donna. Ed è talmente avventato in questo suo sogno che ne rimuove addirittura l’assenza, perché lei, in effetti, non arriva. Lui è convinto di farci l’amore, ma lei è con l’acqua alla gola. Questo tipo di sogno, purtroppo, è molto simile a quello del tiranno, che cerca di rimuovere ogni ostacolo che si oppone all’esercizio del proprio potere assoluto.». Bastino le parole di Fabrizio De Andrè nel parlare di una canzone straordinaria, di certo una delle migliori 40 canzoni del cantautore genovese, oltre che una delle sue più rappresentative.

Fiume Sand Creek

Da un brano celebre all’altro, Fiume Sand Creek rappresenta una delle migliori canzoni che siano mai state realizzate dal cantautore genovese. All’interno del brano si evoca il ricordo degli indiani d’America massacrati il 18 novembre del 1864. Nonostante qualche rielaborazione storica – il generale Chivington, all’epoca del massacro, aveva 40 anni mentre nel brano diventa il “generale di vent’anni” – il brano gode di un grande parallelo storico che lo rende celebre.

Smisurata preghiera

Chiudiamo questa nostra prima carrellata delle 40 canzoni più belle che siano mai state realizzate con Smisurata Preghiera, la “summa” ideologica di Anime Salve, che vogliamo rendere summa anche del nostro articolo. Lasciamo che sia De Andrè a prender parola in questo caso: «L’ultima canzone dell’album è una specie di riassunto dell’album stesso: è una preghiera, una sorta di invocazione… un’invocazione ad un’entità parentale, come se fosse una mamma, un papà molto più grandi, molto più potenti. Noi di solito identifichiamo queste entità parentali, immaginate così potentissime come una divinità; le chiamiamo Dio, le chiamiamo Signore, la Madonna. In questo caso l’invocazione è perché si accorgano di tutti i torti che hanno subito le minoranze da parte delle maggioranze. Le maggioranze hanno la cattiva abitudine di guardarsi alle spalle e di contarsi… dire “Siamo 600 milioni, un miliardo e 200 milioni…” e, approfittando del fatto di essere così numerose, pensano di poter essere in grado, di avere il diritto, soprattutto, di vessare, di umiliare le minoranze. La preghiera, l’invocazione, si chiama “smisurata” proprio perché fuori misura e quindi probabilmente non sarà ascoltata da nessuno, ma noi ci proviamo lo stesso.»

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