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David Gilmour, i migliori momenti nella carriera del chitarrista dei Pink Floyd

Nel corso della sua carriera, David Gilmour ha raggiunto traguardi importantissimi con i Pink Floyd e non solo, proponendosi come una delle realtà musicali più importanti della storia della musica. Dal suo ingresso nei Pink Floyd fino al grandissimo successo artistico e alla centralità acquisita a seguito dell’abbandono di Roger Waters, sono tantissimi i momenti che vedono come protagonista David Gilmour e che hanno reso il chitarrista stesso in grado di fare la storia. Vogliamo, allora, parlarvi dei migliori momenti nella carriera del chitarrista dei Pink Floyd. 

L’ingresso di David Gilmour nei Pink Floyd

L’ingresso di David Gilmour nei Pink Floyd rappresenta, senza dubbio, un momento di grandissima importanza sia per il chitarrista stesso, sia per la formazione britannica. Il contesto della band inizialmente capeggiata da Syd Barrett era sicuramente difficile da tenere a bada, data la condizione del primo grande leader della band; David Gilmour, che fu avvicinato da Nick Mason per la prima volta nel 1967, subentrò nella band solo l’anno successivo.

Inizialmente l’organico fu composto da cinque membri, ma solo per qualche mese: il ruolo di David Gilmour, che avrebbe dovuto sopperire a tutte le problematiche che erano dettate dalla figura di Syd Barrett, divenne centrale a partire dal 1968, quando Syd fu licenziato dalla band. 

L’acquisto della casa galleggiante di Astoria

Quello “spreco di energie creative” che portò nel 1985 Roger Waters a rilasciare importanti dichiarazioni sfociò, poi, sfociò nell’abbandono dello stesso Waters, che avvenne per mezzo di un comunicato stampa da parte di David Gilmour e Nick Mason. Nonostante si trattò di un momento difficile per la formazione britannica, allo stesso tempo rappresentò qualcosa di estremamente importante per David Gilmour, che ebbe modo di diventare centrale nella produzione creativa della band.

A tal proposito, l’acquisto della casa galleggiante di Astoria, utilizzata come sede di registrazione, sembrò una svolta in anni difficili; lo stesso Gilmour, a seguito del primo tentativo dei Pink Floyd (con A Momentary Lapse of Reason) di agire senza Roger Waters, dichiarò: «Ho avuto alcuni problemi con la direzione del gruppo nel nostro recente passato, prima che Roger se ne andasse. Io pensavo che le canzoni fossero molto verbose e che, dato che il significato specifico di quelle parole era così importante, la musica fosse diventata un mero mezzo per accompagnare le parole e non per ispirarle. ..Dark Side of the Moon e Wish You Were Here hanno avuto così tanto successo non solo per i contributi di Roger, ma anche perché c’era un’armonia maggiore, tra la musica e le parole, di quanta ce ne sia stata negli album più recenti. Questo è quello che sto cercando di fare con A Momentary Lapse of Reason; più concentrazione sulla musica, ripristinare l’armonia.»

L’esibizione di Echoes all’Anfiteatro Romano di Pompei

Se l’esibizione dei Pink Floyd all’Anfiteatro Romano di Pompei rappresenta, di per sè, un momento di incredibile valore nella storia della musica, ci sono state – in particolare – alcune realizzazioni che più hanno determinato quel successo che il concerto ha avuto e quella storia di cui intendiamo parlarvi.

E’, e non facciamo fatica a dirvelo, una delle esibizioni migliori della storia quella che vede la realizzazione di Echoes nel contesto dell’Anfiteatro Romano di Pompei, oltre che uno dei migliori momenti nella vita di David Gilmour. Una magia che si fonde nella psichedelia, attraverso una performance di incredibile durata e valore, che sottolinea e inquadra la quintessenza dell’anima dei Pink Floyd. 

La reunion dei Pink Floyd al Live 8

In periodi in cui si parla continuamente dell’ipotesi reunion dei Pink Floyd, vale la pena ricordare la reunion dei Pink Floyd avvenuta al Live 8 per sottolineare uno dei momenti più importanti di sempre sia nell’ordine della formazione, sia nella carriera di David Gilmour.

Un momento in cui i dissidi personali, le polemiche artistiche e il ricordo di anni difficili hanno lasciato spazio alla voglia di collaborare, di fare ognuno la propria parte; il messaggio umanitario del Live 8 ha visto i Pink Floyd in prima linea, alieni da qualsiasi problematica. Anche in questo caso è bene sottolineare le dichiarazioni di David Gilmour: «(Rispondendo alla domanda “perché ha fatto un’eccezione per Live 8?”) Per molte ragioni. La prima era ovviamente aiutare la causa. La seconda è che io e Roger abbiamo avuto pessime relazioni e questo è uno spreco d’energia e anche una brutta cosa da portare nel cuore, per cui avevamo voglia di fare qualcosa per scacciare tutta quella spazzatura. La terza è che se non l’avessi fatto forse l’avrei rimpianto per sempre.»

Il 60esimo compleanno e la pubblicazione di On A Island

Quale modo migliore per trascorrere il proprio compleanno che non sia la pubblicazione di un album? David Gilmour, in occasione del suo 60esimo compleanno, ha pubblicato il suo terzo album in studio da solista, On A Island. Un album di incredibile valore, prodotto insieme a Phil Manzanera e Chris Thomas e forte della collaborazione con il compositore polacco Zbigniew Preisner.

L’album fu un successo commerciale nel Regno Unito, anche grazie ad uno splendido tour realizzato con la collaborazione di Richard Wright, Dick Parry, Guy Pratt e Jon Carin.

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