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McCoy Tyner è morto: la storia di uno dei più grandi pianisti Jazz

McCoy Tyner è morto a 81 anni nella sua città natale, a Philadelphia. Ha dedicato tutta la vita alla musica, iniziando a suonare all’età di 13 anni. Ha partecipato alla creazione di alcuni tra i dischi più significativi nella storia del Jazz come My Favorite Things, A Love Supreme e Ballads, accanto a John Coltrane. Più di 80 lavori in studio, un numero infinito di concerti tenuti in giro per il mondo e la conquista di cinque Grammy Awards.

Il pianista ha ottenuto, nel corso della sua longeva carriera una serie di riconoscimenti dal National Endowment Of The Arts’ Jazz Master Award, nel 2002 all’ Heroes Award alla Philadelphia Chapter Of The Recording Academy, assegnatogli nella sua città d’appartenenza a cui, per questo motivo, era molto legato.

Il rapporto tra McCoy Tyner e gli altri membri del quartetto di Coltrane si fece complicato a partire dalla svolta free jazz del sassofonista. Così, McCoy scelse di avviare una carriera solista, creando un suo trio. Tra il 1967 e il 1970, McCoy Tyner realizzò, con la storica etichtta Blue Records, ben 5 album. Parliamo di The Real McCoy, Tender Moments, Time For Tyner, Expansions ed Extensions.

La storia di McCoy Tyner

Alfred McCoy Tyner nacque a Philadelphia l’11 dicembre del 1938. Cominciò a studiare pianoforte all’età di 13 anni, spinto dalla madre. Ascoltare Bud Powell sancì il primo momento in cui, il giovane, trasse ispirazione dalla musica. La carriera di McCoy Tyner cominciò nel 1960, quando si unì, come pianista, alla formazione di Benny Golson e Art Farmer.

Fu in quello stesso anno che sostituì Steve Kuhn, entrando ufficialmente nell’iconico quartetto di John Coltrane, insieme a Elvis Jones alle pelli e Jimmy Garrison al contrabbasso. Tra il 1961  il 1965, McCoy Tyner partecipò alla realizzazione di alcuni dei dischi più importanti nella storia del Jazz, i sopracitati My Favorite Things, A Love Supreme e Ballads.  Il culmine della sua militanza nel quartetto di John Coltrane avvenne quando litigò violentemente con il batterista Elvis Jones.

La sua carriera dopo John Coltrane

Dopo aver lasciato l’emblematico quartetto, McCoy Tyner, pubblica con la Blue Note Records una serie di dischi di stampo Hard Bop. Poco dopo, firma per poi permanere in pianta stabile con la Milestone Records, dove continua a registrare lavori sempre più influenti, tra cui, Sahara del 1972, Song Of The New World del 1973, Enlightenment sempre del ’73, con il giovanissimo batterista Alphonse Mouzon, proveniente dai Weather Report e Fly With The Wind del 1976, che vide la partecipazione del flautista Hubert Laws, del batterista Billy Cobham e di un’orchestra d’archi.

A onor del vero, la musica di Tyner per la Blue Note e per la Milestone prendeva, spesso, come spunto di partenza, ciò che fu, in principio, proposto dal quartetto di John Coltrane; sviluppandone gli aspetti compositivi, aggiungendo chiare inflessioni derivanti dal folklore asiatico e africano. In Sahara, ad esempio, McCoy Tyner non si dedica esclusivamente al piano; suonando anche il koto, il flauto e le percussioni. Pur non essendo dischi, di fatto, Fusion o Free Jazz, quelli di Tyner degli anni ’70, vengono spesso citati come esempi dell’innovazione del genere verificatasi in quel decennio.

McCoy Tyner incise e girò il mondo in tournée con il suo gruppo, dagli anni ’80 in poi. Il trio che lo accompagnava era composto da Avery Sharpe al contrabbasso e Louis Hayes e, in seguito, Aaron Scott alla batteria. McCoy Tyner ha registrato tre album da solo per la Blue Note, iniziando con Revelation del 1988 e, terminando con Soliloquy del 1991. Gli ultimi lavori di McCoy Tyner prima della scomparsa, venivano proposti da Telarc Records; inoltre, il musicista ha continuato a portare la sua musica nel mondo con svariati gruppi, tra i cui membri, comparivano nomi come quelli di Charnett Moffett al basso e Al Foster alla batteria. McCoy Tyner viene considerato come un luminare dell’armonia quartale applicata al Jazz.

 

 

 

 

 

 

 

 

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