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I 5 album più sottovalutati degli anni ’90

Il panorama musicale è pieno di album spettacolari, vere e proprie pietre miliari che hanno rivoluzionato completamente il concetto di “musica”. E, sia chiaro, non stiamo parlando solo di dischi rock o metal, ma anche produzioni pop, jazz, blues, reggae e quant’altro. Oggi, tuttavia, non vogliamo soffermarci tanto su questi iconici lavori discografici, quanto piuttosto su una serie di album che, a partire dagli anni novanta, sono rimasti nell’ombra. Andiamo quindi a scoprire i 5 album più sottovalutati degli anni novanta.

AC/DC, Ballbreaker

Iniziamo con un grande classico: Ballbreaker degli AC/DC. Il questo disco, pubblicato nel 1995, gli AC/DC provarono ad apportare alcuni cambiamenti al proprio sound, spingendosi verso nuovi orizzonti musicali. E, effettivamente, il risultato finale fu un prodotto diverso da qualsiasi lavoro precedente ma certamente degno del nome dei fratelli Young. Tuttavia, il disco non riscosse un particolare successo negli anni novanta e, questo, fu dovuto anche ai continui problemi col produttore discografico Rick Rubin.

Ciononostante il lavoro finale fu davvero sorprendete, anche grazie al ritorno del batterista Phil Rudd nella formazione (dopo ben 12 anni) e alla bellissima copertina in stile comics realizzata dalla Marvel.

R.EM., Monster

Monster, pubblicato dalla band di Michael Stipe il 27 settembre del 1994, presenta innumerevoli differenze rispetto ai lavori precedenti. Il gruppo, infatti, si proietta verso una nuova dimensione musicale: unendo magnificamente glam rock, alternative rock e grunge. E, nonostante il successo ottenuto, l’album nel tempo non ha ricevuto i giusti riconoscimenti: molto spesso, infatti, è stato accantonato dalla critica che non l’ha mai definito un vero capolavoro.

U2, Pop

Criticato, demolito e considerato addirittura come “il passo falso degli U2”, Pop risulta essere invece un prodotto fresco, innovativo ed estremamente creativo. Il disco, pubblicato dagli U2 nel 1997, è segnato da varie influenze musicali che vanno dal trip hop all’alternative rock, passando per sonorità elettroniche e nuovi approcci di composizione.

Pop rappresenta, infine, l’album più sperimentale di Bono Vox e soci e vi assicuriamo che non resterete affatto delusi da questo lavoro.

Metallica, Load

I Metallica pubblicarono Load nel 1996, reduci dall’incredibile successo del Black Album e, probabilmente, fu questa la vera ‘sfortuna’ del disco. Load, ad ogni modo, decretò la definitiva rottura col passato thrash metal e l’avvicinamento a sonorità hard rock con forti radici blues e sfumature grunge. Anche i testi si distaccano completamente da tutti i lavori precedenti: Hetfield, infatti, si spoglia delle sue vesti di rocker, ponendo al centro delle sue canzoni la sua sfera personale. Vi consigliamo, infine, di non farvi influenzare troppo dalle critiche legate a Load e di approfondire seriamente questo lavoro discografico dei Metallica.

Black Sabbath, Forbidden

E, ovviamente, in questa speciale classifica degli album più sottovalutati degli anni novanta non poteva certo mancare Forbidden dei Black Sabbath. Il disco, pubblicato nel giugno del 1995, fu aspramente criticato dal pubblico e dai mass media. Il consiglio che vi diamo, però, è sempre lo stesso: ascoltare prima di giudicare.

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