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U2: la storia di come fu scoperta la mitica band di Bono Vox

In occasione del sessantesimo compleanno del leggendario cantante degli U2, Bono Vox, abbiamo deciso di riportare la storia di come fu scoperta la straordinaria Rock band irlandese. A raccontare la vicenda, il manager Nick Stewart; all’epoca, nel pieno della sua carriera.  Nel gennaio del 1980, Stewart aveva già raccolto sotto la sua ala protettrice, una delle più grandi band che si fossero viste negli ultimi anni e che; poco dopo, si sarebbero affermate come una pietra miliare della storia del Rock, gli Eagles.

In un climax così fervente d’ottimismo, il manager decise di atterrare a Dublino, sotto consiglio di Paul McGuinness, per assistere al concerto degli U2 che si sarebbe tenuto al National Stadium. Stewart racconta di un tempo pessimo, freddo e pericolosamente piovoso. In ogni caso, il manager si è sempre detto “maledettamente fortunato” in merito a quanto accaduto quella notte. Sebbene molti aspetti del ruolo di talent scout, infatti, possano sembrare scontati; in realtà la ricerca appare ardua e piena di ostacoli. In quella gelida notte, però, il manager fece centro, surclassando alcuni rivali suoi e della label che rappresentava.

Secondo i racconti del manager, gli U2 infiammarono il National Stadium, suonando ogni canzone come se fosse l’ultima della loro vita. Assistendo alla straordinaria esibizione da una postazione particolarmente comoda, Stewart poté godere di ogni minimo dettaglio insito nel già inconfondibile stile di Bono Vox e dei suoi U2. Dopo i primi accordi di 11 ‘o Clock Tick Tock, Stewart seppe di trovarsi davanti, non solo dei giovani promettenti, ma una delle più grandi Rock band che avesse mai avuto il piacere di ascoltare. La figura della band sul palco sembrò immensa e ciò che, ancora oggi, continua a colpirlo; è che l’atteggiamento di Bono e dei suoi U2 sul palco, non è cambiato di una virgola.

Il primo incontro tra Bono Vox e i suoi U2 e Nick Stewart

Il primo incontro tra Bono Vox e Nick Stewart avvenne in un camerino minuscolo dopo lo show. Stewart si avvicinò senza remore alcuna al carismatico frontman proponendogli istantaneamente un contratto con la Island Records. La band accettò di buon grado, ma i vertici della label si dimostrarono, in un primo momento, parecchio titubanti. Nick Stewart non si riservò dal deliziare i capi della Island Records con un discorso d’incitazione particolarmente acceso, durante il quale, ha tessuto le lodi degli U2 e, in particolare del loro cantante, Bono Vox.

L’atteggiamento di Bono, nella vita come sul palco, infatti, avrebbe, secondo Stewart, fatto sì che gli U2 ascendessero al firmamento delle più grandi Rockstar di tutti i tempi in men che non si dica. Il suo verdetto non poté essere dei più accurati. Bono aveva tutte le carte in regola per spingere gli altri membri della band oltre i limiti della loro stessa creatività, già di per sé, smisurata. La scena musicale di quegli anni aveva bisogno di una prorompente ondata d’innovazione e gli U2 seppero andare dritti al punto in men che non si dica.

Il fatidico momento in cui la band firmò con la Island Records

Fu così che la band firmo con la Island Records. Bono Vox ricorda ancora con ammirazione e nostalgia l’apporto di Nick Stewart nella vicenda e quanto, la label, abbia ricoperto un ruolo cruciale nello slancio discografico, sicuramente di proporzioni bibliche, degli U2.

Il cantante non ha potuto fare a meno di ricordarlo, spendendo parole di profonda stima in diverse occasioni; a volte dal vivo, nelle più prestigiose arene nelle quali le Rockstar possano esibirsi intorno al mondo e, in un documentario girato in occasione del cinquantesimo anniversario della Island Records. Questo, a dimostrazione del fatto che, lo si ami o lo si odi, il leggendario leader degli U2, sa essere tanto ammirevole sul palco quanto nella vita reale.

 

 

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