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Quella volta che dei finti Beatles ingannarono l’america

Nel 1964 la Beatlemania era già scoppiata negli Usa e nel resto del mondo, quindi, evidentemente, anche nei paesi del sud america. Qui però il gruppo musicale che causava eventi di isteria di massa con strepiti e urla, non era quello formato dai quattro di Liverpool, o meglio, erano loro, ma non gli originali. La storia è senz’altro bizzarra, vediamo come si sono svolti gli eventi che ebbero luogo nel 1964.

Beatles e ubiquità: tra Londra e Argentina

Immaginate migliaia di fans argentini  dei Beatles in fremente trepidazione per l’arrivo nel loro paese dei propri idoli: Paul, John, George e Ringo. Ecco che l’aereo atterra sulla pista, si apre il portellone e dalla scala scende la band, mettendo piede sul suolo argentino. Tutto magnifico, se non fosse che in quel momento i quattro componenti della band si trovavano a Londra, totalmente ignara di ciò che stava succedendo dall’altra parte del mondo.

Da Beatles a Beetles

Chi erano dunque i ragazzi che gloriosi si apprestavano a raccogliere fama ed onore in terra argentina? Erano quattro giovanotti provenienti dalla Florida, che si chiamavano Tom, Dave, Bill e Vic, i quali, di fatto, stavano fingendo di essere i Beatles. In precedenza il gruppo era la band di un dive bar, il “The Atdells”, e, per cercare di attirare più pubblico, si erano spudoratamente ribattezzati “The American Beetles” o, più semplicemente, “The Beetles”.

I Beetles in sud america

Questa incredibile storia ebbe inizio quando l’impresario argentino Rudy Duclòs assistette a Miami ad un concerto del quattro statunitensi, restandone estasiato. Decise così di organizzare un tour nella sua terra natia con protagonisti proprio i “The Beetles”. Duclòs, nel presentare la band a promoters e teatri vari, decise di omettere il dettaglio che il nome era solo simile a quello della band di Liverpool, così tutti pensarono che i Beatles veri sarebbero sbarcati in sud america, con la stampa ed i fans che impazzirono.

Il tour non si fermava però solo in Argentina, tanto che in Perù i giornali parlarono molto del tanto lieto quanto fasullo evento. Su giornali come “La Ceònica” o “La Prensa” apparsero titoli come “I famosi Beatles arriveranno a maggio”. Inoltre Duclòs fece apparire la band anche sul canale 9 della televisione argentina.

La band sulla TV argentina

Roberto Monfort, che all’epoca lavorava per quel canale, ha dichiarato: “Non potevamo crederci! I Beatles sarebbero venuti da noi! Alejandro Romay, responsabile dei media, ci disse che aveva concluso un affare straordinario!”. I Beetles parteciparono infatti al programma “The Laughter Festival”, con tutto il pubblico di adolescenti che non stavano più nella pelle all’idea di vedere i propri idoli. Quando il presentatore introdusse la band che apparve agli occhi del pubblico, l’isteria raggiunse il suo picco.

La maschera cade

A questo punto però al pubblico non basto che una rapida occhiata per capire che quelli che si trovavano davanti non erano i veri Beatles. Come ricorda Monfort: ”Quando andarono in onda la gente capì che si trattava di un falso. Qualcuno lo trovò divertente, ma quelli che si aspettavano i veri Fab Four si sentirono frodati”. Anche la stampa, sentendosi presa in giro, non la prese bene con titoli come. “Hanno capelli tra le corde vocali! Cantano male e si comportano peggio!” o ancora “The Beetles hanno mostrato a tutti  che tutto il talento che hanno sta nei loro capelli.”.

Sentirsi i Beatles per pochi attimi

Ciò nonostante l’apparizione televisiva dei Beetles fu importante per la storia della televisione argentina, essendo la prima band di capelloni, come erano considerati all’epoca, ad andare in onda. La band apparve pure al programma “Dick Clark’s American Bandstand” per poi cambiare nome e tornare a suonare nel circuito dei dive bars nel 1966. Malgrado  una fine ingloriosa, come del resto era ovvio, i quattro della Florida per pochi istanti si sono sentiti i quattro di Liverpool, un’esperienza senz’altro sensazionale.  

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