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Elvis Presley, un viaggio nella spettacolare casa a Graceland (FOTO)

Il palazzo dello squash

Questa struttura venne costruita sempre negli anni ’70 e ospita, oltre che una piccola palestra, un flipper, un pianoforte e un angolo bar, una grande sala da squash, sport a cui Elvis si appassionò. Fino alla già più volte citata riordinazione di tutto l’impianto museale nel 2017, la sala ospitava alcuni abiti di scena e le pareti, alte non meno di quattro metri, erano ricoperte di premi. Ora invece è tornata al suo aspetto originale, con pareti bianche e parquet chiaro, con linee rosse a delimitare le zone del campo.

Il pianoforte di cui abbiamo parlato poco fa, posto all’interno della struttura, è quello con cui Elvis si accompagnò cantando “Blue Eyes Crying In The Rain”, incosapevole del fatto che quella  sarebbe stata l’ultima canzone che avrebbe interpretato prima di morire il 16 Agosto 1977.

Il palazzetto dello squash è tra l’altro posizionato non lontano dalle stalle dove Elvis accudiva i suoi cari cavalli, il suo favorito portava il nome di “Rising Sun”, così da chiamare la stalla “The house of the Rising Sun”. Ancora oggi alcuni magnifici equini vivono a Graceland e non è raro vederli pascolare nell’ampio giadino sul retro.

Il giardino della meditazione

La tappa successiva, nonché l’ultima oltre agli iconici cancelli di Graceland, con forgiati  le sagome di due chitarristi ed un pentagramma, è quella che porta ad un maggiore trasporto emotivo. Stiamo parlando del giardino della meditazione, nome attribuito al luogo da Elvis dopo che lo fece costruire a metà anni ’60 e dove si recava quando voleva rilassarsi. Qui giace il corpo di Elvis Presley, dopo essere stato spostato dal cimitero di Memphis a seguito di un tentativo di profanazione, insieme a quelli dei genitori, Gladys e Vernon e della nonna Minnie Mae. E’ stata inoltre installata una lapide commemorativa per il fratello gemello di Elvis, ossia Jessie Garon Presley, morto alla nascita.

La tomba è costantemente decorata con fiori e doni vari che i fans portano per omaggiare il re del rock’n’roll e non è difficile vedere persone realmente commosse quando passano davanti alla lapide. Non c’è da sorprendersi della grande presenza di fiori, se si pensa che il giorno in cui venne annunciata la morte del cantante, corrisponde alla data nella quale vennero inviati più fiori nella storia degli Stati Uniti d’America.

La zona ristoranti e negozi

Se la visita della magione è avvenuta in mattinata ( sono necessarie tra le due e le tre ore), si arriva all’ora di pranzo e, tornando a quella che  ormai abbiamo denominato “zona biglietteria”, ma che in realtà si chiama “Graceland visitors center”, si palesano dinnanzi a noi due scelte di ristoranti: la “Vernon’s Steakhouse” e il “Gladys’ Dinner”. Personalmente mi sento di consigliare quest’ultimo, in quanto offre un ottimo connubio tra rapidità di servizio, spesa e gusto.

Una volta mosse le mandibole, prima di proseguire con la visita alle varie sale museali, si può fare un giro nei negozi. Ce ne sono in tutto cinque ed ognuno, pur condividendo alcuni souvenirs tipici come magneti, cartloline e tazze, si caratterizza per oggetti specifici: CD e vinili, T-shirts, oggetti legati alla sfera automobilistica, eccetra. Tutto ovviamente a tema Elvis, mentre dagli altoparlanti suonano le sue canzoni costantemente, coprendo tutto il repertorio composto da più di seicento canzoni.

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