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5 canzoni di Fabrizio De André ispirate a opere letterarie

Fabrizio De André è stato un cantautore estremamente versatile che nei suoi testi ha trattato le tematiche più disparate. A ragion veduta molte sue canzoni si trovano nelle antologie di letteratura italiana. Sicuramente De André non è stato un semplice paroliere, viene infatti considerato un vero e proprio poeta. Lo stesso De André si inserisce in una tradizione letteraria ben precisa, attingendo spesso a libri ed opere di letteratura soprattutto straniera. Abbiamo stilato una lista di canzoni che sono ispirate a opere letterarie, scegliendone solamente cinque. Una selezione ardua senza dubbio, naturalmente meritano tutte.

La ballata dell’amore cieco

Questa storia così macabra ed inquietante è ispirata alla poesia Cuore di mamma di Jean Richepin:

“C’era una volta un povero idiota
molto molto tempo fa
molto molto tempo fa
c’era una volta un povero idiota
che amava una ragazza che non lo ricambiava.

Lei gli disse: “portami domani
era molto molto tempo fa
era molto molto tempo fa
Lei gli disse: “portami domani
il cuore di tua madre per il mio cane”.

De André riprende il testo e lo traspone in musica conferendo anche un finale ad effetto.

Il suonatore Jones

Tutto l’album Non al denaro non all’amore né al cielo è tratto dall’Antologia di Spoon River. Si potrebbero scegliere quindi tutte le canzoni. Abbiamo selezionato questa in quanto è l’unica che rimanda direttamente al testo originale, riportandone lo stesso titolo. Le altre sono sempre trasposizioni molto rispettose e puntuali, ma con titoli diversi. Sicuramente questa canzone è quella in cui maggiormente De André si rivedeva, visto che parla di un musicista.

Cantico dei drogati

Uno dei brani più tristi della discografia di De André. Racconta della dipendenza dalle droghe, ma si rifà anche alla vita privata del cantautore: infatti, Fabrizio De André ebbe una grave dipendenza dall’alcol. Pochi sanno che l’album si ispira alla poesia Eroina di Riccardo Mannerini, che era anche un amico di De André.

La città vecchia

Questo brano è quello che dichiara più esplicitamente l’ispirazione letteraria. Si tratta di una vera e propria trasposizione di Città vecchia, la poesia di Umberto Saba con cui De André condivide la ricerca della semplicità, il linguaggio quotidiano ed il quadro della miseria di questa città così particolare.

Nei quartieri dove il sole del buon Dio
Non dà i suoi raggi
Ha già troppi impegni per scaldar la gente
D’altri paraggi
Una bimba canta la canzone antica
Della donnaccia
Quel che ancor non sai tu lo imparerai
Solo qui fra le mie braccia
E se alla sua età le difetterà la campetenza
Presto affinerà le capacità con l’esperienza
Dove sono andati i tempi d’una volta, per Giunone
Quando ci voleva per fare il mestiere
Anche un po’ di vocazione?

Ottocento

La canzone fa già parte di un album il cui spunto centrale è una commedia di Aristofane: Le nuvole, che è anche la prima traccia. In Ottocento, invece, De André cita Iacopone da Todi, con la poesia Donna de Paradiso, di cui riprende alcuni versi:

Figlio figlio
povero figlio
eri bello bianco e vermiglio.

 

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