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Quella volta che Gianni Morandi aprì un concerto dei Led Zeppelin

Era il 5 luglio del 1971 quando, la manifestazione ideata da Ezio Radaelli, il celeberrimo Cantagiro, fece tappa al Vigorelli di Milano in occasione di una delle ultime date della sua decima edizione. Nel cast, figuravano artisti italiani, tra cui, per l’appunto Gianni Morandi, Bobby Solo, Milva e Lucio Dalla; inoltre, in scaletta era previsto un set, della durata di 45 minuti, di uno degli ospiti internazionali presenti per l’occasione. All’epoca, tra gli ospiti ingaggiati, si annoveravano artisti del calibro di Nina Simone, Aretha Franklin, King Curtis, Miriam Makeba, Charles Aznavour, Donovan e Sam & Dave.

Tra questi, presenziò il nome, intriso di leggenda, dei Led Zeppelin; la cui esibizione, costò al Bel Paese la sua scomparsa nei tour mondiali delle grandi Rock Star dell’epoca. Questo, a causa dei tafferugli e dei pesanti tumulti ad opera del pubblico. Poco prima che i Led Zeppelin facessero capolino sul palco, per quella che, col senno di poi, si sarebbe rivelata una delle loro esibizioni più brevi, Gianni Morandi fu chiamato ad entrare in scena; il cantante bolognese tentò di esibirsi davanti ad una platea in pericoloso subbuglio.

Gianni Morandi ricorda il momento in cui aprì per i Led Zeppelin

Il cantante simbolo del Pop italiano ha raccontato, nel corso di un’intervista rilasciata qualche anno fa per il Corriere Della Sera di quegli attimi di angoscia e trepidazione da lui mai provati prima di allora. Per Gianni Morandi, aprire il concerto dei Led Zeppelin, innanzi ad un pubblico in sommossa rappresentò un’esperienza particolarmente segnante che, il cantante, ricorda così: “Non avrei mai più sentito un boato simile. Sapevo che il pubblico mi stesse rifiutando. Ero visibilmente terrorizzato e il pubblico cominciò ad inveire contro di me e a tirarmi pomodori e lattine. C’erano dei ragazzi in piedi che mi facevano dei gestacci”.

Gianni Morandi ha proseguito spiegando di aver tentato, in vano, di mandare avanti lo show prima dell’arrivo dei Led Zeppelin: Cercavo di sorridere. Provai ad intonare ‘C’era un ragazzo’, pensavo fosse la scelta più giusta; ma in realtà, non gli importava nulla, ce l’avevano con me. Spesso mi capita di ripensare a quella sera. Ebbi come la percezione che qualcosa stesse finendo. La mia carriera non era volta al culmine, ma quello fu un momento decisivo. Da quel momento, cominciai a sbagliare le canzoni”.

Il panorama socioculturale degli anni ’70, del resto, mostrò l’Italia totalmente immersa in un profondo clima di cambiamenti storici che, irrimediabilmente, coinvolse anche le scene musicali. Orde di giovani assaltarono il Vigorelli al grido instancabile e desideroso di ammirare il quartetto fautore dell’Hard Rock britannico all’opera; surclassando le atmosfere famigliari fino ad allora tessute dalla musica leggera che, fino ad allora, aveva imperversato indisturbata nelle classifiche musicali italiane.

 

 

 

 

 

 

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