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Tra rock e spionaggio: tutte le volte in cui lo Stato ha pedinato le rockstar italiane

In tantissime occasioni abbiamo avuto modo di vedere, guardando ad alcuni artisti rock nello specifico, come il rock sia spesso stato legato ad aspetti anche piuttosto macabri della vita quotidiana; più specificamente, il contatto di alcuni artisti con realtà legate all’ambito prettamente politico o ad un apparato burocratico ha portato alla formulazione di diverse teorie, oltre che all’emergere di aspetti che in più occasioni abbiamo sottolineato. Basti pensare ad Elvis Presley, e al suo contatto con la Presidenza americana, o a John Lennon, di cui è stato raccontato molto circa il suo spionaggio da parte della Cia. Eppure, tra rock e spionaggio sono diverse le occasioni in cui lo Stato ha pedinato e ottenuto informazioni tra le rockstar italiane: vogliamo raccontarvene alcune.

Il contatto tra le rockstar italiane e le forze di polizia

A guardare il passato e osservando la storia di alcune rockstar italiane, non mancano contatti con le forze di polizia per una serie di avvenimenti che li hanno interessati o, addirittura, visti protagonisti. Parliamo di operazioni che non hanno riguardato soltanto l’ambito dello spionaggio ma anche altre questioni di natura prettamente burocratica.

E’ passato alla storia, ad esempio, il caso della mitraglietta Skorpion appartenuta a Jimmy Fontana, venduta dallo stesso e poi utilizzata come arma del delitto di Ezio Tarantelli, l’ex sindaco di Firenze Lando Conti e il senatore Dc Roberto Ruffilli, oltre che di due giovani di destra. Ovviamente Jimmy Fontana non verrà mai incriminato per quel delitto, ma riuscirà a uscirne soltanto a seguito di numerosi interrogatori.

E a proposito di forze dell’ordine, Roby Matano non si è risparmiato nelle sue parole, parlando di un giovane che lo seguiva sempre in concerto: “Anni dopo lo reincontrai e gli chiesi perché lo vedessimo sempre. Mi rivelò che faceva parte di un corpo di polizia con l’incarico di seguire i gruppi musicali”.

Il rock e lo spionaggio: tutte le volte in cui lo Stato seguiva le rockstar

In generale, quindi, la tendenza che si è delineata negli anni è quella di una struttura continuamente impegnata a seguire, pedinare e controllare le rockstar. Guidone, a tal proposito, ha spiegato: “Avevamo la percezione della presenza di una struttura d’intelligence dedicata agli ambienti musicali, nata con l’arrivo a Roma della Rca, che noi chiamavamo R-Cia”.

E sorprende anche la vicenda dei Rokes che, dopo aver ottenuto la cittadinanza italiana, ebbero un incontro con Roby Cunningham e con suo padre, che promise loro un’intervista per la realizzazione di un video. Peccato che il video stesso non uscì mai e che quell’intervista era stata realizzata allo scopo di ottenere informazioni circa cultura, giovani, politica, ideologia e tanto altro.

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