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Le canzoni più sottovalutate di sempre dei Tool

Gli amanti di un certo genere del rock, nonché tutti quegli ascoltatori che preferiscono cimentarsi in generi più complessi e di minore impatto mediatico, apprezzano una serie di formazioni artistiche che hanno fatto la storia e che non vengono riconosciute in quanto a celebri e degne di ascolto da parte di tutti quei fan e di quegli ascoltatori della musica in generale. Una di queste band è quella dei Tool, che rappresenta uno dei baluardi di un certo modo di fare e ascoltare la musica, ma che, nonostante questo stesso successo, non ha ottenuto un grande riconoscimento per alcuni dei suoi brani, per quanto questi stessi siano di grandissimo valore. Vogliamo parlarvi delle canzoni più sottovalutate di sempre dei Tool, che meritano di essere sottolineate per la loro incredibile bellezza.

Prison Sex

La prima tra le canzoni più sottovalutate di sempre dei Tool è Prison Sex, singolo pubblicato nel 1993 come primo estratto dal primo album in studio della formazione statunitense. Si tratta di una canzone di grande valore artistico e ideologico, che mette in mostra tutte quelle che sono le perversioni della civiltà odierna, rappresentando in modo incredibilmente lucido e cupo quanta attrazione perversa ci può essere nell’osservare, da parte dell’ascoltatore medio, una scena di sesso sadomaso.

La canzone in questione si arricchisce anche di tanti altri elementi che hanno recato alla stessa un valore aggiunto, e che fanno riferimento all’abuso sui minori, oltre che a quella trappola circolare che porta chi subisce una pratica di questo tipo a poter, negli anni, rischiare di fare lo stesso, occupando ben altro ruolo. Il brano è stato arricchito anche dalla presenza di un videoclip creato dal chitarrista Adam Jones.

H.

A proposito di H., seconda tra le canzoni più sottovalutate di sempre dei Tool di cui vogliamo parlarvi, Keenan ha spiegato: “Allora, qualcuno di voi ha mai visto quei cartoni della Warner Bros? A volte ce n’è uno in cui quel ragazzo ha difficoltà a prendere una decisione. Ha un angelo su una spalla e il diavolo sull’altra. Sembra abbastanza ovvio, giusto? Di solito è l’angelo che è gentile ed è quello che cerca di dargli il buon consiglio mentre il diavolo sta cercando di convincerlo a fare ciò che è male per lui. Non è sempre così semplice però. La maggior parte delle volte non sono davvero angeli o diavoli. Sono solo amici che ti danno consigli, che cercano il migliore interesse per te, ma che non capiscono veramente cosa sarà meglio per te. Quindi dipende da te. Devi essere tu stesso a decidere … Questa canzone si chiama H.”

Jimmy

Chiudiamo questa nostra classifica relativa alle canzoni più sottovalutate di sempre dei Tool con Jimmy, brano indissolubilmente legato alla difficile infanzia di Keenan, e riguardante sua madre che – all’età di 11 anni – ha subito un aneurisma paralizzante, abbandonandolo: “Undici e lei se n’era andata”.

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