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Le canzoni più poetiche di Bob Dylan

Nel corso della sua carriera, Bob Dylan ha realizzato una serie di capolavori che sono stati definiti addirittura come poetici, a dimostrazione dell’incredibile valore e dell’immensa bellezza di brani che non a caso hanno fatto la storia. E non è un caso, allo stesso tempo, che Bob Dylan abbia ricevuto il Nobel per la letteratura, per i suoi contributi artistici e culturali che vanno ben oltre la storia della musica stessa. Vogliamo parlarvi delle canzoni più poetiche che Bob Dylan abbia mai realizzato, e che meritano di essere citate al di là di discorsi di discografia e di musica in generale.

Desolation Row

Non si può non citare, se si parla delle canzoni più poetiche di Bob Dylan, Desolation Row, traccia di chiusura del sesto album in studio di Bob Dylan; nota per la sua durata di oltre 11 minuti e per il suo impianto strumentale, è divenuta celebre per essere una delle manifestazioni più importanti e significative di lirismo poetico che sia applicato ad una canzone rock. La canzone presenta un testo surreale, basato su una registrazione iniziale in versione elettrica che venne successivamente trasformata in acustica, e ha fatto la storia per l’incredibile significato poetico del brano che è stato ripreso da tantissimi artisti e cantautori, come Fabrizio De Andrè, Grateful Dead e Francesco De Gregori.

Like A Rolling Stone

Rimaniamo nell’ottica di canzoni che hanno giustamente fatto la storia e che ancora oggi vengono ricordate, per parlare di Like A Rolling Stone, canzone che, se possibile, risulta essere ancor più più poetica e celebre della precedente per il suo incredibile significato e per la sua immensa bellezza. Il singolo, pubblicato il 20 luglio del 1965, rappresenta il primo estratto del primo album della cosiddetta trilogia elettrica di Dylan, e la canzone in questione è stata votata come la migliore di tutti i tempi dalla rivista statunitense Rolling Stone, che non a caso ha acquisito questo stesso nome a partire dal brano di Bob Dylan, che si struttura attraverso un susseguirsi di continue invettive verso la miss solitudine che è protagonista del brano, e che cade in disgrazia dopo una vita vissuta nel segno del benessere e della ricchezza.

Jokerman

La terza tra le canzoni che riteniamo essere più poetiche di Bob Dylan è Jokerman, brano inserito all’interno dell’album Infidels del 1983; la canzone in questione è stata realizzata durante le sessioni di lavorazione dell’album, all’interno degli Studi Power Station di New York. Bob Dylan ha realizzato il brano in compagnia di Mark Knopfler, che è anche produttore della canzone stessa. Il jokerman in questione, secondo diverse voci, sarebbe Gesù Cristo, definito come un buffone, un pazzo e un impostore alla ricerca del suo avvento. Sono diverse elezioni del brano che dimostrerebbero questa teoria, dalla nascita al conflitto in atto nei nostri giorni, passando per il tema dell’infedeltà, della fede e della salvezza.

The Times They Are a-Changin’

Ultima canzone tra le più poetiche di Bob Dylan è senza dubbio The Times They Are a-Changin’, di cui lo statunitense ha parlato nei termini che seguono: «Questa era decisamente una canzone con uno scopo. Sapevo esattamente cosa volevo dire e per chi lo volevo dire. Sai, naturalmente questa canzone è influenzata dalle ballate irlandesi e scozzesi… Come All Ye Bold Highway Men, Come All Ye Miners, Come Alle Ye Tender Hearted Maidens. Volevo scrivere una grande canzone, una sorta di canzone a tema, sai, con versi brevi e concisi che si accumulavano l’uno sull’altro in una maniera ipnotica… il movimento dei diritti civili ed il movimento della folk music furono abbastanza vicini ed alleati per un certo periodo in quell’epoca. Quasi tutti si conoscevano tra di loro. Dovetti suonare questa canzone la stessa sera che il Presidente Kennedy morì. Prese il posto di canzone di apertura dei concerti e lo tenne per un lungo periodo.»

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