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Fabrizio De Andrè, a chi è ispirata ‘Il pescatore’?

Torniamo oggi a parlare di uno dei più grandi cantautori della musica italiana: Fabrizio De Andrè. Considerato uno dei più grandi innovatori della musica italiana, il cantautore genovese ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della musica e, oggi, vogliamo onorare ancora una volta la sua memoria soffermandoci su uno dei più grandi successi: ‘Il pescatore‘.

La collaborazione tra Fabrizio De Andrè, Franco Zauli e Gianpiero Reverberi

Il pescatore, scritta da Fabrizio De Andrè nel 1970 -insieme a Franco Zauli e Gianpiero Reverberi– è uno dei pezzi più celebri del cantautore genovese e, naturalmente, anche uno dei più belli. Oggi cercheremo di analizzare il testo e il significato di questo brano senza tempo, prendendo in considerazione la struttura musicale e ogni possibile interpretazione.

Fabrizio De Andrè, nei suoi quattordici album, ha quasi sempre scelto di raccontare storie di personaggiatipici‘: umili, poveri, ribelli, alcolizzati e poi ancora di prostitute, tossicodipendenti e chi più ne ha più ne metta. E, naturalmente ‘Il pescatore‘ non fa eccezione.

Il brano narra di un vecchio pescatore che si addormenta in spiaggia -intesa da molti come metafora della vita che finisce- quando all’improvviso sopraggiunge un assassino in fuga.

All’ombra dell’ultimo sole
S’era assopito un pescatore
E aveva un solco lungo il viso
Come una specie di sorriso
Venne alla spiaggia un assassino
Due occhi grandi da bambino
Due occhi enormi di paura
Eran gli specchi di un’avventura

Significato e interpretazione del brano ‘Il pescatore’

L’assassino, però, non sembra essere pericoloso e, stando alla descrizione di De Andrè -‘due occhi grandi da bambino‘- il personaggio riflette tutta l’innocenza di un bambino. Questo, naturalmente, crea una sorta di controsenso ed una netta contrapposizione tra il ruolo dell’assassino e l’innocenza di un bambino.

L’assassino chiede poi pane e vino al pescatore che, senza pensarci troppo, esaudisce i desideri dell’uomo. Poco dopo giungono dei gendarmi in cerca del fuggitivo e, vedendo il pescatore, gli chiedono se abbia visto l’uomo da loro ricercato. Il pescatore però tace e sembra addirittura che stia dormendo nuovamente, ma soprattutto l’atteggiamento dell’uomo riflette proprio quelle convinzioni anarchiche di De Andrè.

Nonostante al brano non sia mai stata data un’interpretazione ufficiale, i più parlano di una canzone di stampo anarchico, con un netto rifiuto per le autorità e un chiaro riferimento al cristianesimo. Il pescatore, protagonista del brano, rimanda infatti alla figura del ‘pescatore di uomini‘, espressione usata da Gesù Cristo per rimproverare i suoi primi apostoli.

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