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Francesco De Gregori, la commovente storia della canzone ‘Alice’

Torniamo oggi a parlare di uno dei più grandi cantautori che la musica italiana abbia mai conosciuto: Francesco De Gregori. Nato a Roma il 4 aprile del 1951, De Gregori non è solo un cantautore: è, infatti, considerato da molti come un vero e proprio poeta. Dopo aver analizzato le sue 5 migliori canzoni d’amore e quelle più poetiche, siamo oggi qui per soffermarci su un brano di Francesco De Gregori che ha particolarmente attirato la nostra attenzione: ‘Alice‘.

Francesco De Gregori, la commovente storia della canzone ‘Alice’

Alice, pubblicato nel 1973 insieme a ‘I musicanti’, è uno dei singoli più famosi di Francesco De Gregori. Scritte entrambe da De Gregori con la collaborazione del paroliere Edoardo De Angelis, queste due canzoni sono state registrate presso lo Studio 38 di Roma ed entrambe, inoltre, presentano un’orchestra di archi diretta dal Mestro Luigi Zito. In questo articolo però, come vi abbiamo già annunciato, ci soffermeremo solo sul brano ‘Alice‘.

Alice è forse uno dei brani più profondi ed intensi della discografia di De Gregori. Innanzitutto la figura di Alice è una figura molto complessa e anche difficile da decifrare: è una ragazza svampita, un po’ sulle nuvole, che non riesce a capire pienamente tutto ciò che le sta accadendo intorno. In contrapposizione, poi, c’è Irene: una giovane ragazza che pensa seriamente di togliersi la vita a cui tra l’altro De Gregori dedicherà una canzone omonima.

Alice guarda i gatti
E i gatti guardano nel sole
Mentre il mondo sta girando senza fretta

Irene al quarto piano è lì tranquilla
Che si guarda nello specchio
E accende un’altra sigaretta

E Lillì Marlen, bella più che mai
Sorride e non ti dice la sua età
Ma tutto questo Alice non lo sa

Alice, Cesare Pavese e il mendicante arabo

Nella seconda parte, poi, c’è un chiaro riferimento a Cesare Pavese (‘… e Cesare perduto nella pioggia sta aspettando da sei ore …’) che nel 1925 si ammalò di pleurite dopo essere rimasto a lungo sotto la pioggia ad aspettare una ballerina di cui si era invaghito.

E Cesare perduto nella pioggia
Sta aspettando da sei ore
Il suo amore ballerina

E rimane lì, a bagnarsi ancora un po’
E il tram di mezzanotte se ne va
Ma tutto questo Alice non lo sa

Nella terza strofa, invece, De Gregori si sofferma su un mendicante arabo, povero e gravemente malato. A dirla tutta, la versione originale –‘… il mendicante arabo ha un cancro nel cappello…’– fu censurata dalla RAI e sostituita con –‘… il mendicante arabo ha qualcosa nel cappello…’. Ciononostante il cantautore di Roma ha sempre proposto la versione originale durante i suoi spettacoli dal vivo.

Il mendicante arabo ha un cancro nel cappello
Ma è convinto che sia un portafortuna
Non ti chiede mai pane o carità
E un posto per dormire non ce l’ha
Ma tutto questo Alice non lo sa

Ogni strofa, come potete notare, termina con il verso ‘… ma tutto questo Alice non lo sa’. Questo perchè Alice è così, è una ragazza che osserva tutto ciò che accade, rimanendo però sempre impassibile ed estranea ad ogni cosa.

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