La storia della musica italiana è pregna di numerosissimi nomi che, purtroppo, non hanno fatto la storia e non hanno ottenuto tutto il successo che meritavano. Questi stessi nomi rappresentano tutto il baluardo di intere generazioni, oltre che le qualità e il talento di alcuni artisti che risultano essere non soltanto di grandissimo valore, ma dall’espressione artistica che merita di essere riconosciuta e trattata. Una delle figure che viene maggiormente bistrattata all’interno del contesto di una benda e quella del bassista, nel considerare il novero dei bassisti italiani migliori di sempre difficilmente si riesce a effettuare una classificazione di nomi, anche a causa della mancata celebrità di questi stessi. Vogliamo parlarvi, dunque, dei migliori bassisti italiani rock, che, per quanto non abbiano fatto la storia, meritano di essere sottolineati per le loro capacità e per il loro talento.
Patrick Djivas
Il primo tra i bassisti rock italiani che vogliamo sottolineare all’interno della nostra classifica è Patrick Djivas, bassista e compositore francese naturalizzato italiano. Si tratta di uno dei bassisti che maggiormente hanno ottenuto successo all’interno del panorama italiano, a causa di alcune formazioni di grandissimo livello all’interno delle quali il compositore ha avuto modo di suonare. Djivas è, infatti, il fondatore degli Area e, dal 1973, uno dei componenti stabili e maggiormente talentuosi della PFM, per la quale ha scritto anche la maggior parte dei brani a partire dal 1980.
A proposito del suo incontro con il basso ha spiegato quanto segue: «Dovevamo andare in Germania a suonare nelle basi Americane ma il bassista si prese l’epatite. Mi ricordo che ci trovavamo a Francoforte e dovevamo incominciare a lavorare il giorno dopo. Accompagnammo il bassista, che era scozzese, all’aeroporto, poi ci mettemmo a cercare un sostituto per tutta la città. Ovviamente non si trovò nessuno quindi, siccome è meglio suonare senza chitarra che senza basso, passai tutta la notte a provare i nostri pezzi con il mio nuovo strumento. Il giorno dopo feci il mio debutto come bassista. Beh, non so se fosse stato perché ero un cane alla chitarra o perché il nostro bassista scozzese non era un granché, ma con l’ausilio della mia ritmica il gruppo girava meglio. Quando il bassista tornò, la dura legge del rock’n roll lo estromise definitivamente. Io diventai il bassista ufficiale del gruppo. La mia vita era cambiata: avevo trovato, il mio strumento, il “trait d’union” tra la ritmica e l’armonia, tra la forza e la dolcezza, il tutto sulla stessa tastiera. Avevo trovato… IL BASSO»
Ares Tavolazzi
Se parliamo dei migliori bassisti rock italiani di sempre non possiamo più includere, all’interno della nostra classifica, Ares Tavolazzi, bassista e contrabbassista italiano jazz. Il musicista si è formato suonando il studiando violoncello e contrabbasso al conservatorio di Ferrara, iniziando la sua carriera da bassista suonando per la cantante Carmen Villani. Il successo inizia con Francesco Guccini, per il quale ha lavorato come turnista nelle sale di registrazioni milanesi. Successivamente, dopo aver conosciuto alcuni giganti della musica italiana, come Patrick Djivas e Demetrio Stratos, si avvicina alla musica jazz, entrando dal 1973 al 1983 negli Area. Dal 1990 in poi ha avuto modo di collaborare con numerosissimi artisti di calibro nazionale e internazionale, dando sempre l’idea di un artista di grandissimo valore che si erge a baluardo della musica italiana, soprattutto al basso.
Faso
Non potevamo che concludere la nostra classifica relativa ai migliori bassisti rock italiani con Faso, pseudonimo di Nicola Fasani, bassista italiano celebre per aver militato all’interno del gruppo Elio e le Storie Tese. Si tratta di uno dei bassisti della band, che ha fatto parte anche di altre formazioni e che ha partecipato a diverse trasmissioni televisive di MTV, collaborando con grandi artisti come Franco Battiato, Daniele Silvestri, Mina e Franco Fasano. Il bassista, per quanto abbia militato all’interno di una rock band demenziale, spicca per grandissime capacità tecniche e competenze musicali, oltre che per grande versatilità, che lo porta a evolvere il suo stile passando da funky e jazz, da fusion a rock, da disco music a pop.