In numerose occasioni abbiamo avuto modo di approfondire come Rino Gaetano sia stato in grado di realizzare canzoni di grandissimo livello, sia per il contenuto di queste stesse, sia per un processo stilistico e artistico che l’ha portato alla realizzazione di veri e propri capolavori discografici, in grado di anticipare i tempi e di imporsi come moderni nelle loro definizioni e nei loro contenuti. Se di recente abbiamo approfondito la storia di E la vecchia salta con l’asta, canzone particolarmente misteriosa e ricca di simbolismo, in questa sede vogliamo parlare di Spendi spandi Effendi, brano presente all’interno del disco Aida e presentato come singolo insieme alla canzone stessa, celebre ballata di Rino Gaetano che ha conquistato come uno dei più grandi successi di sempre del cantautore. Nel parlarvi della storia di Spendi spandi Effendi, non possiamo che considerare la grandissima e, a tratti quasi imbarazzante, modernità di Rino Gaetano, che permea all’interno di questa canzone in maniera particolarmente significativa.
La storia di Spendi Spandi Effendi
Prima di considerare la modernità di Spendi spandi Effendi e le determinazioni artistiche che troviamo all’interno di questo stesso brano, vogliamo considerare, in termini molto semplicistici, la storia di questa stessa canzone, pubblicata come singolo nel 1977 in compagnia di Aida, brano di grandissimo valore e, e soprattutto, di sontuoso successo.
Il brano di Rino Gaetano è, in effetti, stato pubblicato all’interno dell’album omonimo, ed è una canzone che affronta il tema della crisi petrolifera in un momento storico particolarmente dedito all’attrazione quasi spasmodica per il petrolio e le sue determinazioni. Notevole differenza che troviamo tra il brano presente nell’album Aida e il singolo è dettato dall’assenza della parola coglione, detta in tono anche piuttosto dispregiativo e ironico da Rino Gaetano in un verso che recita: Prendimi maschiaccio libidinoso, coglione. Nel singolo la parola è assente, così come nelle diverse apparizioni televisive in cui il brano è stato proposto in versione censurata.
La modernità di Rino Gaetano nella canzone
La trattazione del tema relativo alla crisi petrolifera, all’interno di spandi spendi Effendi, trova compimento attraverso l’ironia mordace e tagliente di Rino Gaetano, che si riversa all’interno del contesto del 1973, quello della famigerata crisi petrolifera. All’interno del testo di Rino Gaetano, l’italiano medio adotta un comportamento particolarmente emblematico, e rappresentato da quella mancanza di intelligenza pratica che determini le sue scelte di vita.
L’esempio è quanto mai palese nel testo:
Spider coupé gittì alfetta
a duecento c’è sempre una donna che t’aspetta
sdraiata sul cofano all’autosalone
e ti dice prendimi maschiaccio libidinoso coglione
non più a gas ma a cherosene
il riscaldamento centralizzato più ti scalda e più conviene
niente più carbone mai più metano
pace prosperità e lunga vita al sultano.