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Pino Daniele, la storia di ‘na tazzulella ‘e cafè’

Torniamo oggi a parlare di uno dei più grandi cantautori della storia della musica italiana: Pino Daniele. Grazie ad alcune grandi canzoni come Napul è, Terra mia, Je so pazzo, Quanno chiove, A me me piace ‘o blues, Quanno, Je sto vicino a te (e tante altre ancora), Pino Daniele ha lasciato un segno indelebile nella cultura napoletana. La sua morte, avvenuta il 4 gennaio del 2015 a Roma, ha infatti sconvolto l’intero popolo partenopeo, oltre che l’industria musicale e tutti i colleghi che hanno avuto l’onore e il piacere di lavorare con lui. Oggi, per onorare ancora una volta la memoria di Pino Daniele, abbiamo pensato di raccontarvi la storia del brano ‘Na tazzulella ‘e cafè’.

Terra mia, l’album di debutto del cantautore napoletano

Nel suo bellissimo album d’esordio –Terra Mia, datato 1977 Pino Daniele presenterà un tema -poi confermato anche negli album successivi- a lui tanto caro: la fusione tra cultura napoletana e tradizione blues. Lo si può notare in alcuni brani come ‘Maronna mia‘ e ‘Na tazzulella ‘e cafè‘, appunto. Qui Daniele fonde perfettamente melodia e tradizione napoletana ed espressività blues. Terra mia, è inoltre, l’album di alcuni brani che si andranno a configurare come i grandi classici di Pino Daniele: stiamo parlando di pezzi come Napul è, Terra mia e Na Tazzulella e cafè. Oggi, come anticipato, vogliamo soffermarci proprio su questo ultimo brano.

Tratto dall’album Terra mia e pubblicato insieme all’iconico singolo Napul è, Na Tazzulella e cafè è uno dei grandi classici di Pino Daniele. Il brano presenta un tema ricorrente nella produzione del cantante partenopeo: prendere uno stereotipo di Napoli e renderlo un qualcosa di romantico e filosofico, aggiungendo -come contorno- immagini tipiche della tradizione napoletana.

Pino Daniele: la storia del brano ‘Na tazzulella ‘e cafè’

“Na’ tazzulella ‘e cafè e mai niente ce fanno sapè”, esordisce il cantautore napoletano, evidenziando il vizio dei potenti di lasciare nell’ignoranza il popolo, concedendogli -in questo caso- solo una magra consolazione: una tazzina di caffè.

“O’sanno tutte quante e invece e ce aiuta, c’abboffano e cafè”, aggiunge Pino Daniele, sottolineando la condizione del suo popolo. Na’ tazzulella ‘e cafè, nonostante sia una canzone degli esordi e nonostante -a primo impatto- possa sembrare una canzone ‘leggera’, nasconde un significato molto profondo e strettamente legato alla sua terra d’origine: Napoli.

 

“E nuije passammo e uaije

e nun putimmo suppurtà

e chiste invece e ra’ na’ mano

s’allisciano, se vattono, se magnano a’ città”

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