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Come è nato l’amplificatore? La storia del primo modello in assoluto

Prima della rivoluzione sonica del Rock e prima che Fender e Gibson dessero vita a ciò che, ben presto, sarebbe diventato il fenomeno di costume principale del secolo ‘900, i musicisti bramavano già un volume maggiore per le proprie esibizioni. Questo desiderio, spinse alcuni audaci pionieri a muoversi in questo senso. In quest’articolo, riporteremo la storia del primo modello di amplificatore mai costruito. Per addentrarci nei particolari, occorre contestualizzare attraverso gli echi di oltre un secolo. Era il 1909 quando Lee De Forest inventò il triodo; prima, rudimentale valvola, a sua volta evoluzione dell’Audion a due conduttori del 1906.

Si trattò di una svolta molto significativa per la comunità scientifica, ma in termini di efficienza, il triodo e i primi circuiti di amplificazione, fornivano risultati particolarmente esigui. L’altoparlante, come lo conosciamo oggi, avrebbe preso forma diversi decenni dopo, nel 1925. Per diverso tempo, comunque, l’amplificazione destinata al consumo di massa da parte dei musicisti, sembrò essere un lontano miraggio. Gli apparecchi messi a disposizione del pubblico permettevano la riproduzione di brani in camere non troppo ampie, ma non sarebbero stati in grado di sovrastare il volume di uno strumento in un contesto dal vivo.

La storia del primo amplificatore in assoluto

I primi sistemi d’amplificazione in grado di estendere un segnale audio con efficacia, venivano utilizzati per lo più in cinema e teatri, vista la stazza ingombrante che li caratterizzava. Fu nel 1927 che questi apparecchi potettero, finalmente, fare a meno delle grosse batterie che ne decretavano il funzionamento, cominciando ad interessare i musicisti che, via via, ne avrebbero fatto sempre più uso nei loro concerti. Nacque così l’impianto Public Address. Ad oggi, risulta particolarmente difficile tracciare una linea di confine tra il primo amplificatore della storia e i primi impianti hi fi, spesso selezionati come prediletti anche dai chitarristi. I primi esempi di amplificatori, del resto, non presentavano comandi d’equalizzazione o effetti di distorsione e, inoltre, si caratterizzavano per un wattaggio abbastanza basso.

Possiamo considerare l’amplificatore prodotto da Stromberg tra il 1928 e il 1929 come il primo nella storia. Si tratta di un apparecchio costruito espressamente per l’amplificazione di strumenti a corda elettrificati. Parliamo di un esempio molto rudimentale che finì ben presto nel dimenticatoio poiché pesante, costoso e poco efficiente. Nel 1932, Electro String Instruments mise a punto un pickup magnetico capace di rilevare la vibrazione delle corde anziché dei legni. Venne messo un amplificatore in commercio compatibile con le nuove prerogative del mercato, ad un prezzo più accessibile rispetto a quanto sperimentato in precedenza. Nel 1934, il marchio Rickenbacker produsse il modello; gettando le basi per ciò che marchi come Fender, Gibson e Marshall, tra le altre, avrebbero reso iconico negli anni successivi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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