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Pino Daniele: La storia dell’album Nero a Metà

Pino Daniele è stato un artista straordinario. Attraverso il suo slancio visionario, Daniele ha scritto alcune pagine fondamentali nel grande libro della storia della musica italiana contemporanea. Forte di una tradizione inestimabile, la cultura musicale nostrana è rimasta, per lungo tempo, ancorata alle sue radici, finché artisti come Pino Daniele, non hanno deciso di rivoluzionarne gli asserti alla base, a partire da commistioni sonore eclettiche, rivolte verso le sponde angloamericane della musica. Quella di Pino Daniele fu una rivoluzione sonica e sociale nata e cresciuta nel segno del Blues, attraverso la quale, riuscì a diventare il simbolo di Napoli in Italia e dell’Italia nel mondo.

Attraverso la sua musica, Pino Daniele ha dato voce a chi non l’aveva, raccontando il disagio sociale del suo popolo. Con il suo timbro vocale unico e con la sua chitarra, particolarmente evocativa, Pino Daniele ha messo le scene musicali del Bel Paese in risalto sul piano internazionale. Uno dei lavori più importanti e rappresentativi dell’inestimabile lascito di Pino Daniele è, sicuramente, Nero a Metà, suo terzo album in studio, rilasciato sotto etichetta EMI nell’ormai lontano 1980.

La storia di Nero a Metà di Pino Daniele

Nero a Metà segnò la maturazione definitiva del sound unico di Pino Daniele. Grazie all’incommensurabile successo del disco, il cantautore partenopeo riuscì ad affermarsi sul piano nazionale, coadiuvato dai musicisti più brillanti della fervente scena napoletana. Nero A Metà, oggi, rappresenta un capolavoro assoluto della musica italiana. Una gemma dal rarissimo splendore, le cui tematiche, risultano sempre attuali. Le atmosfere tessute dalle strumentali dei brani che compongono la set-list di Nero a Metà, hanno eluso con eleganza l’inesorabilità del tempo, risultando sempre freschi e travolgenti anche all’ennesimo ascolto e, soprattutto, a distanza di 40 anni dalla sua pubblicazione.

Nero a Metà è un disco nato nel pieno dell’impeto Blues di Daniele. L’album, però, riesce ad uscire, spesso, fuori dagli schemi del genere a cui Pino era particolarmente devoto, attraverso tracce meravigliose, rimaste impresse nell’immaginario collettivo dei napoletani e non solo come Sotto ‘o sole, che reca la firma del batterista Mauro Spina. Nun me scuccià è una delle tracce più evocative dell’opera di Daniele, contenuta, ovviamente, nell’album. Nero a Metà è dedicato al cantante degli Showmen Mario Musella, scomparso poco prima che venisse pubblicato.

Il titolo dell’album ispirato da un libro

Il titolo di Nero a Metà è ispirato, non solo ad un concetto musicale, punto di convergenza tra Blues e musica italiana; ma anche ad un libro uscito negli anni ’70 che Pino Daniele aveva adorato, intitolato Nero di Puglia. Il cantautore aveva spiegato la trama del libro affermando che fosse la storia di un uomo di colore, nato al sud. Pino avrebbe proseguito aggiungendo di rivedere, nel racconto, il suo amico e sassofonista di Napoli Centrale, James Senese.

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