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Giorgio Gaber, La storia di Non arrossire

Giorgio Gaber è oggi noto soprattutto per il Teatro Canzone. Quando ci riferiamo a questo cantautore, di solito puntiamo l’attenzione su brani impegnati e di carattere sociale. Quando ha cominciato la sua produzione, tuttavia, Gaber era un cantante non disimpegnato, però comunque meno complesso di ciò che divenne dopo con il suo Teatro Canzone. In riferimento al suo primo incontro con Sandro Luporini, co-autore delle sue canzoni del suo repertorio teatrale, Gaber ha infatti spiegato che dapprima componevano canzoni per divertimento. I tempi non erano, per così dire, sufficientemente maturi per testi di quel genere. In questo frangente nacquero brani come “Non arrossire”, di cui andremo a parlare oggi.

Il primo album di Giorgio Gaber

Nel 1961 Giorgio Gaber pubblica un album che porta il suo nome d’arte: proprio Giorgio Gaber, anziché Gaberscik. Da questo primo disco possiamo evincere lo stile del cantautore ai suoi esordi. Gaber è un cantore del boom economico, che descrive la vita spensierata di un momento di illusione della società. La decadenza politica e la successiva delusione nei confronti di tanti valori farà cambiare anche Gaber. Ciò insieme alla censura così prepotente della televisione lo avvicinerà ad un cambio di stile totale che troverà spazio a teatro e non in televisione. L’album d’esordio del cantautore era una sintesi di lavori già conosciuti, poiché era un artista ampiamente affermato e conosciuto, che aveva cominciato come chitarrista della band di Adriano Celentano e si stava facendo conoscere anche come conduttore.

Non arrossire

Non arrossire è una delle canzoni di maggior successo del disco e di Gaber in generale. Sovente riproposta e ri-adattata da altri artisti, come ad esempio Morgan, è anche uno dei brani più romantici del cantautore milanese. Il testo venne scritto da Mario Monti e Mogol, mentre la musica è dello stesso Gaber e di Davide Pennati. La situazione che viene descritta da Non arrossire è molto semplice: un uomo parla ad una donna e le raccomanda di non diventare rossa, di non sentirsi in imbarazzo perché il suo sentimento è sincero. La canzone descrive una delicatezza tipica dei brani d’amore di quell’epoca. L’interpretazione di Gaber è sempre stata un punto fondamentale di questa canzone, in quanto vi aggiungeva un’atmosfera ancora più raffinata.

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