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Lucio Battisti, la storia di “Una giornata uggiosa”

Lucio Battisti è stato, senza ombra di dubbio, uno dei più grandi ed influenti cantautori della musica italiana. Nato a Poggio Bustone il 5 marzo del 1943, Battisti ha lasciato un segno indelebile nella storia del cantautorato italiano, arrivando a vendere oltre 25 milioni di copie nel mondo. Da un punto di vista strettamente musicale, la voce di “Il mio canto libero” ha rivoluzionato completamente i dettami del pop-rock italiano, dando una forma tutta nuova alla canzone tradizionale e melodica, avventurandosi con caparbietà ed eclettismo nel rhythm and blues, nel prog rock, nell’elettropop e nella musica latina, per poi sfociare nella new wave, nella disco music, nel folk, nel soul e infine nel beat. Il merito di tutto ciò, naturalmente, è anche del suo amico e collega Mogol, con cui ha lavorato ad innumerevoli successi. E oggi, a proposito di Lucio Battisti, abbiamo pensato di raccontarvi la storia di uno dei suoi brani più noti: “Una giornata uggiosa“.

I più grandi successi del cantautore di Poggio Bustone

Lucio Battisti è, insieme a Franco Battiato, Pino Daniele, Fabrizio De Andrè, Francesco Guccini, Rino Gaetano, Francesco De Gregori, uno dei mostri sacri della musica italiana. A Battisti, infatti, si devono alcuni grandi successi comeCon il nastro rosa, “Dieci ragazze per me”, “Il mio canto libero”, “I giardini di Marzo”, “La canzone del sole”, “Ancora tu”, “E penso a te”, “Pensieri e parole” e tantissimi altri ancora. Oggi però, come già annunciato, vorremmo prendere in analisi una ed una sola canzone del Maestro Lucio Battisti: “Una giornata Uggiosa“.

Lucio Battisti, la storia di “Una giornata uggiosa”

Una giornata uggiosa“, tratta dall’omonimo album del 1980, è una delle canzoni più famose di Battisti ed è inoltre, seconda la critica, una delle ultimissime canzoni scritte con il suo amico e collega Mogol. La canzone in questione è molto autobiografica: racconta, infatti, i desideri del protagonista che, in una giornata uggiosa appunto, si manifestano in lui. Sono tantissimi, poi, i riferimenti al suo paese d’origine:

Sogno il mio paese infine dignitoso -Ma che colore ha?-
E un fiume con i pesci vivi a un’ora dalla casa -Ma che colore ha?-
Di non sognare la nuovissima Zelanda -Ma che colore ha?-
Per fuggire via da te, Brianza velenosa.”

I versi, naturalmente, si riferiscono al paese d’origini del cantautore italiano: Poggio Bustone e, in particolar modo, alla Brianza (zona molto cara a Battisti, in cui, tra l’altro, visse gli ultimi anni della sua vita).

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