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AC/DC: la storia del concerto più tragico della band

Era il 18 gennaio del 1991, quando gli AC/DC vissero il loro concerto più tragico a Salt Lake City. Quella notte, la band arrivò a stento a salire sul palco del Salt Palace e ad intonare la traccia d’apertura, Thunderstruck, singolo estratto dall’album del 1990 The Razor’s Edge. Fu allora, infatti, che un’orda di fan in trepidazione corse all’impazzata verso il palco per assicurarsi la prima fila. Più di 13 mila persone cominciarono a barcamenarsi per conquistare i posti più agognati, mentre una delle guardie del luogo notò immediatamente che le persone stavano cominciando a ferirsi.

Nessuno lo ascoltò e quegli attimi di terrore culminarono ben presto in tragedia. In pochi minuti, tre giovani persero la vita. La diciannovenne Elizabeth Glausi e i due quattordicenni Curtish Child e Jimmie Boyd. Nel corso di un’intervista a Behind The Music, Brian Johnson ricordò quella scena terrificante dopo anni, descrivendola come un’esperienza scioccante, dalla quale tutti loro uscirono profondamente segnati. Durante il colloquio, il frontman rifletté, incollerito, sull’opportunismo dei giornalisti che, il giorno dopo il concerto più tragico degli AC/DC, sfruttarono la band come capro espiatorio per fare notizia. I genitori delle vittime, comunque, intrapresero un’aspra battaglia legale contro le istituzioni e la band, appoggiati nell’intento dalla stragrande maggioranza dei presenti, rimasta più o meno gravemente ferita e, per sempre traumatizzata da quanto accaduto.

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