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Chitarra elettrica: quando e perchè è nato il primo modello?

Che cos’è la chitarra elettrica

La chitarra elettrica è sicuramente uno dei simboli e degli emblemi più importanti del rock. Tutti la conoscono, tutti ne apprezzano il suono, chiunque vorrebbe essere in grado di suonarla. Ma, oggettivamente, che cos’è la chitarra elettrica?

Dal punto di vista scientifico, c’è un’ambiguità di fondo nel definire il tipo di strumenti. C’è chi lo inserisce nel gruppo degli elettrofoni (strumenti il cui suono viene generato per circuitazione o dispositivi elettrici); chi, invece, lo inserisce nel gruppo dei cordofoni (strumenti a corde). Ad ogni modo, nella definizione di strumento non si può soltanto considerare soltanto il ruolo delle corde, ma anche quello dei pick-up, che rilevano la vibrazione delle corde stesse.

Perchè c’era bisogno di una chitarra elettrica?

Essenzialmente, così come per la maggior parte delle cose, anche questo strumento nasce per un’esigenza. Il bisogno si venne a creare quando nacquero orchestre jazz e blues. Fino a quel momento era stata utilizzata soltanto la chitarra acustica, ma in questo momento particolare della musica non era più possibile utilizzarla in ogni ambito.

Dunque, perchè c’era bisogno di una chitarra elettrica? Per un motivo molto semplice. Con le nuove orchestre jazz e blues, la chitarra acustica non riusciva più a non essere sovrastata dal suono degli altri strumenti. Di conseguenza, c’era bisogno di uno strumento che avesse alcune caratteristiche proprie della chitarra, ma che potesse suonare insieme agli altri strumenti senza essere sovrastato. In altre parole, c’era bisogno di una sorta di potenziamento della chitarra stessa, in modo che il funzionamento dello strumento non cambiasse considerevolmente. In un primo momento, per far fronte al problema, molti costruttori cercarono di progettare chitarre che consentissero un volume maggiore, attraverso migliorie che non furono considerevoli.

Quando è nata la prima chitarra elettrica?

I primi esperimenti in tal senso furono condotti da Lloyd Loard, progettista che lavorò nella Gibson quattro anni (dal 1920 al 1924). Loard iniziò a lavorare a dei rilevatori che fossero posti in prossimità delle corde, in grado di amplificare il suono. Tuttavia, gli esperimenti più centrati furono quelli di Adolph Rickenbacker, che per la prima volta realizzzò un pick-up elettromagnetico.

Quando è nata, quindi, la prima chitarra elettrica? Se consideriamo gli esperimenti di Loard siamo nei primi anni del XX secolo. Se, invece, si considerano le intuizioni di Rickenbacker, si sposta la nascita dello strumento al 1931. In effetti, dopo aver creato il primo pick-up elettromagnetico (un dispositivo in grado di trasformare la vibrazione delle corde in un impulso elettromagnetico) lo applicò a una normale chitarra acustica. In questo modo nacque un modello di lap steel (chitarra che si suona da seduti) chiamata “frying pan guitar”. Essa fu costruita in due modelli: A22 e A25.

Qualche anno dopo, nel 1935, la Gibson iniziò a costruire i primi modelli ES 150. Essi erano costituiti da una chitarra semiacustica con cassa di risonanza, aperture a “F” e un solo pick-up. Nonostante si fosse ben lontani dalla concezione di strumento che abbiamo oggi, era già possibile far fronte alle esigenze: lo strumento riusciva a non essere sovrastato, pur non avendo perso le sue caratteristiche basilari. Il successo arrivò di conseguenza.

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