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Jimmy Page: 5 curiosità che non sai sul chitarrista dei Led Zeppelin

Il 9 gennaio del 1944 nacque, a Londra, James Patrick Page, comunemente detto Jimmy Page. Quando si parla del britannico, non si può fare a meno di annoverarlo tra i chitarristi più importanti della storia del rock. Uno dei più bravi e versatili con il suo strumento (la celebre Gibson EDS-1275) ha rappresentato un cardine fondamentale per la celebrità e la bravura dei Led Zeppelin. Secondo alcuni, è il più bravo chitarrista della storia solo dietro a Jimy Hendrix, quasi una divinità della chitarra.

In quest’articolo, analizzeremo le cinque curiosità che lo riguardano: aneddoti, interessi, riconoscimenti e fatti biografici che, probabilmente, non conoscevate.

1) Ha imbracciato la sua prima chitarra all’età di tredici anni, iniziando a suonare ed appassionandosi sempre più allo strumento. Divenne allievo di Jim Sullivan, session man celebre per essere stato il maestro anche di Ritchie Blackmore, chitarrista dei Deep Purple e dei Rainbow. A 14 anni, inoltre, partecipò al talent Search for Stars, programma TV che mirava a promuovere giovani talenti. Due anni dopo, poco più che sedicenne, decise di abbandonare la scuola per dedicarsi attivamente alla carriera musicale, scelta azzeccata dal momento che fu subito richiesto e iniziò a spostarsi per effettuare varie tournée. Ammalatosi di mononucleosi infettiva, però, fu costretto ad un lungo stato di degenza all’interno del quale decide, almeno momentaneamente, di dedicarsi ad una sua altra grande passione: la pittura.

2) Il nome di Jimmy Page fu accostato spesso al satanismo. Il chitarrista decise di non smentire mai le accuse probabilmente per un tornaconto anche economico, limitandosi ad affermare che non fosse costretto a dichiarare fatti privati sulla propria vita. Le accuse derivavano dalla passione di Jimmy Page per lo scrittore, poeta e artista Aleister Crowley, da molti considerato il fondatore dell’occultismo moderno, nonché molto vicino alla dottrina satanica. Nel terzo album in studio dei britannici (Led Zeppelin III), infatti, su uno dei due lati della copertina è riportato un messaggio proprio della cultura di Crowley (Do What Thou Wilt So Mete It Be – Fai ciò che vuoi così potrai essere). Ciò, legato ad altri particolari (come i simboli in Led Zeppelin IV o gli abiti indossati sui palchi da Jimmy Page) stimolò, tra i fan e la stampa, curiosità; iniziò a circolare addirittura una voce secondo la quale il brano Starway to Heaven, se ascoltato al contrario, contenesse messaggi satanici.

3) Su Starway to Heaven, celebre brano della band britannica, c’è una storia tanto bella quanto suggestiva, che lo stesso Jimmy Page ci ha raccontato attraverso interviste e dichiarazioni. Il brano è sicuramente il più famoso della band, ma non solo: è uno dei pezzi più celebri della storia del rock. Pubblicato nel 1971 e parte del quarto album in studio dei britannici (Led Zeppelin IV), il brano segue una tendenza che potremmo definire “atipica” (definizione che lo stesso Jimmy Page condivide) rispetto a quella del rock e del pop del secolo scorso. Ma andiamo con ordine: inizialmente si credeva che il pezzo fosse stato registrato nel Bron-Yr-Aur; in realtà esso fu scritto e registrato nell’Hedley Grange, rurale abitazione inglese dove hanno, tra gli altri, registrato anche[nextpage title=”pagina 2″]
i Genesis. La tradizione, confermata dal chitarrista, vuole che il brano sia stato scritto in un solo giorno. Jimmy Page, in un’intervista alla BBC del 2014, dichiarò: «L’idea di Stairway to Heaven era quella di avere un pezzo di musica, una canzone che si sarebbe dovuta sviluppare su più strati e dovesse andare a coinvolgere diversi stati d’animo. Tutta l’intensità e la finezza dovevano servire per dare spinta al brano sotto ogni punto di vista, sia quello emozionale che musicale. Per questo la canzone continua ad aprire e ad esplorare un certo tipo di schemi.» aggiungendo che l’idea nacque dopo aver armeggiato per una giornata con la sua chitarra e aver composto molte probabili canzoni. Il pezzo è in controtendenza rispetto agli standard poiché non solo dura 8 minuti, ma è un continuo crescendo, musicalmente parlando. Non è ancora chiara l’ispirazione dei Led Zeppelin per il pezzo: potrebbe essere un riferimento a “Scala al paradiso”, film uscito nelle sale statunitensi proprio con il nome della canzone, o forse una citazione biblica (Genesi 28:12).

4) Il legame con le droghe ha rappresentato, per certi versi, un limite in alcuni punti della sua carriera. Il suo consumo di droghe era già chiaro intorno alla metà degli anni settanta, quando iniziò a divenire sempre più intenso e negativo, non solo per le proprie prestazioni e per il suo stato fisico, ma anche per il suo rapporto con la band. Richard Cole affermò che, a partire dal 1975, Jimmy Page iniziò a fare uso di eroina mentre procedevano le registrazioni dell’album Presence. L’assunzione di eroina determinò un repentino cambiamento fisico, tanto da dimagrire e quasi divenire irriconoscibile sui palchi, ma non solo: le sue prestazioni risultarono condizionate, e iniziarono i litigi con Robert Plant, che lo accusava per le sue scarse prestazioni in concerto. In Through the out door, album del 1978, la sua presenza fu certamente meno determinante, dal momento che, dati i suoi problemi fisici, non partecipava a molte fasi della registrazione. Tuttavia, in un primo momento si difendeva, quasi indispettito, quando lo si accusava di fare abuso di eroina, dicendo di non essere un drogato. Nel 2003, però, in un’intervista a Guitar World, ha affermato: «per me le droghe sono state parte integrante di tutta la faccenda, fin dall’inizio, fino alla fine.»

5) È certamente uno dei maestri della chitarra, pur non essendo l’unico strumento in grado di suonare: il britannico è abile, infatti, anche con mandolino, basso, pedal steel guitar e theremin, uno strumento proveniente dall’ex Unione Sovietica, il più antico (anni ’20) strumento elettrico in cui non ci sia contatto tra lo strumento stesso e il musicista. Per il suo contributo musicale alla nazione, ha ricevuto, l’11 giugno 2005, la nomina di ufficiale dell’Ordine dell’Impero britannico. È stato, tra le altre nomine, definito come 2° miglior chitarrista della storia (su 50) dalla Gibson, 4° su 100 dal Classic Rock Magazine e 3° miglior chitarrista di tutti i tempi dal Rolling Stone, che l’ha posto al secondo posto solo dopo Hendrix e Clapton. È stato, infine, inserito per ben due volte nella Rock Hall of Fame, fatto piuttosto raro nel mondo del rock.

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