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Le canzoni più sperimentali di David Bowie

David Bowie è stato un artista immenso. Il Duca Bianco ha scolpito il suo nome nell’eternità attraverso una commistione straordinaria di attitudine, tecnica ed estro compositivo sconfinati. Ad oggi, continuiamo a sentire la mancanza di Bowie, vista la profondità dell’impronta che ha lasciato su questa terra. Negli anni, il Duca Bianco ha dimostrato di essere tra i pochi artisti pronti a mettere sé stessi e la propria opera in discussione anche dopo aver raggiunto il picco della fama. Dati i presupposti, pare chiaro che, durante il suo percorso artistico, il Duca Bianco abbia deciso, diverse volte, di cambiare rotta, virando verso generi differenti e sponde sonore altamente sperimentalistiche. In questa classifica, abbiamo deciso di elencare alcune tra le canzoni più sperimentali nella discografia di David Bowie.

The Laughing Gnome

The Laughing Gnome fu uno dei brani più eccentrici rilasciati nella seconda metà degli anni ’60. Il brano, scritto da Bowie, uscì come singolo nel 1967, riscontrando una scarsa dose di successi. La traccia si caratterizza per l’insolito accostamento di strumenti come l’oboe ed il fagotto, accanto a quelli tipici del Rock. Il testo della canzone, inoltre, è composto come una filastrocca particolarmente singolare e costellata di giochi di parole.

Sex And The Church

Pubblicata nel 1993, Sex And The Church è una traccia roboante e, a tratti caotica, il cui testo enigmatico, accanto ad una strumentale decisamente singolare, dominata da strumenti elettronici, la rende una delle canzoni più sperimentali nella straordinaria discografia di David Bowie. Va comunque detto che, le atmosfere caotiche che la contraddistinguono, celano in realtà un arrangiamento geniale, capace di mettere ordine nella psicosi, servendosi, tra l’altro, di meravigliosi fraseggi al sax.

Please, Mr. Gravedigger

Sempre dal suo album di debutto del 1967, Please, Mr. Gravedigger è una traccia che, nella sua impressionante singolarità, trova un grandissimo punto di forza; se non altro per l’eleganza immensa di cui è intrisa. Si tratta, infatti, di un brano molto suggestivo, poiché vede come protagonisti la voce del Duca Bianco e… Un temporale! Bowie, infatti, intona i versi del brano mentre la natura suona per lui attraverso lo scrosciare della pioggia.

African Night Flight

Da Lodger del 1979, African Night Flight si caratterizza, ancora una volta, per la sua strumentale robotica, composta da un tripudio di strumenti variegatissimo e, per questo, particolarmente affascinante. Il brano tesse atmosfere oniriche grazie alla potenza delle melodie, mostrando, di nuovo, l’estro sconfinato che ha reso il Duca Bianco una leggenda.

Blackstar

David Bowie è passato alla storia per il suo istrionismo praticamente infinito. Il leggendario artista riconfermò il suo status anche a pochi passi dalla morte, firmando il suo lascito con lo straordinario Blackstar. Album d’addio con cui Bowie spiazzò l’intera industria musicale, come suo solito, risvegliandola da un torpore protrattosi per lungo periodo. La traccia omonima al disco è un esempio perfetto dell’estro del Duca. Si tratta, infatti, di un brano della durata di dieci minuti che, accompagnato da un videoclip particolarmente evocativo, suscita fortissime emozioni nell’ascoltatore, servendosi della solennità e dell’originalità delle sue strumentali avanguardistiche.

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