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Maledizione dei Grateful Dead | La leggenda dei tastieristi maledetti

Grateful Dead, pionieri del rock psichedelico

Tra i pioneri del rock psichedelico, tra le punte di diamante della cosiddetta Summer of Love, senza dimenticare il grande contributo musicale che la band ci ha offerto. I Grateful Dead non sono certamente una band da considerare “tra le tante”, per via di numerosi motivi. Il loro eclettismo, che li portò a spaziare tra generi quali folk, rock, bluegrass, country e jazz (con una buona dose di improvvisazione, soprattutto dal vivo), è una delle chiavi interpretative di un grande successo e di una grande qualità. Eppure, insieme a tutto ciò, c’è un elemento che arricchisce questa grande storia: la maledizione dei Grateful Dead.

La maledizione dei Grateful Dead

La tanto lunga storia dei Grateful Dead, tuttavia, si basa su quella che può essere considerata una vera e propria maledizione. Di leggende, aneddoti e morti misteriose ce ne sono, ma quando si entra nel campo della maledizione si può ben comprendere che c’è qualcosa di oltre, di non semplicemente spiegabile. La maledizione dei tastieristi della band statunitense potrebbe sembrare soltanto una ripetizione di coincidenze, eppure c’è da pensarci. Tanti e numerosi sono stati i cambi di tastieristi all’interno della band e tutti sono morti prematuramente a causa di malattie, incidenti o altro.

La morte di Ron “Pigpen” McKernan

Il primo tastierista della band fu Ron “Pigpen” McKernan, e fu anche colui che inaugurò la cosiddetta maledizione dei Grateful Dead. Pigpen era un’amante del blues e assicurava alla band uno dei cardini fondamentali di quell’eclettismo di cui abbiamo precedentemente parlato. Quando ci fu la morte di Ron Pigpen McKernan, la band aveva già subito la sua svolta folk.

Era il 1971, però, quando i primi cambiamenti fondamentali iniziarono a farsi sentire. Keith Godchaux era già subentrato all’interno della band, per via dei problemi di salute di Pigpen. Il suo stile di vita, gli eccessi e la sua condotta smodata lo portarono alla morte nell’8 marzo del 1973. McKernan aveva soltanto 27 anni, e – involontariamente – era parte di due maledizioni contemporaneamente: insieme a quella della band, anche quella del Club dei 27.

La morte di Keith Godchaux

I Grateful Dead hanno sempre suonato e performato per ere, più che per vere e proprie età musicali. Si può dire che la prima era della band, all’apice del suo successo, si interruppe proprio con l’abbandono dei coniugi Godchaux. Keith era subentrato nella band nel 1971, per via dei problemi di Pigpen, e aveva portato con sè sua moglie Donna Godchaux, seconda voce e corista della band.

Era il 1979 quando i due abbandonarono la band. La tragedia, per l’ex tastierista della band, si verificò dopo poco: Keith Godchaux morì in un incidente stradale, e i Grateful Dead si trovarono a piangere ancora un loro tastierista. Le ricerche portarono a un nuovo nome: quello del cantante e tastierista Brent Mydland.

Brent Mydland

Il cantante e tastierista Brent Mydland era amico di Bob Weir; ciò favorì la sua entrata nel gruppo, fatto che segnò in parte gli anni ottanta della band, che si avviava però – in un modo o nell’altro – verso la fine della sua grande e variegata carriera artistica. Come se non fossero bastate le precedenti morti, però, si aggiunse anche quella di Brent Mydland. Non era più una semplice coincidenza: era la maledizione dei Grateful Dead, che segnò ancora una volta la band.

A Mydland, morto il 26 luglio del 1990 per overdose, fu dedicato l’album Without a Net e ancora una volta la band si mosse per cercare un sostituto.

Vince Welnik e Bruce Hornsby

La maledizione – almeno per i tastieristi – si interrompe con l’ingaggio di Vince Welnik come sostituto di Brent Mydland. Welnik fu affiancato da Bruce Hornsby per gli ultimi concerti della band, che cessò la sua attività dopo poco. Un’ultima tragedia colpì infatti i Grateful Dead: la morte per infarto di Jerry Garcia. Il cantante, chitarrista e compositore della band era considerato come il leader morale o, almeno, la figura simbolo del gruppo. La band sceglie immediatamente di sciogliersi e non proseguire ancora con la loro carriera.

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