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Oasis, Liam Gallagher rivela l’album senza il quale non potrebbe vivere

Liam Gallagher ha rivelato l’unico album senza il quale non potrebbe vivere. Riuscite a indovinare quale è? Vi diamo un rapido indizio, non è dei Beatles. Strano, no? Il disco è degli Stone Roses, vi spiattelliamo la verità così, subito, senza preavviso. Ovviamente potete fare due o tre conti, anzi solamente due, dato che la band di Mani, Reni e del frontman Ian Brown ha pubblicato solamente due album. Il primo omonimo è straordinario, il perfetto emblema delle atmosfere Madchester e embrione del britpop Oasisiano. Il secondo è imperfetto, forse sottovalutato. Avete capito, sì o no?

Il disco simbolo degli Stone Roses

L’ex frontman degli Oasis è un grande fan di John Lennon e dei Beatles, ma quando gli è stata posta la domanda difficile da un fan su Twitter ha scelto un gruppo un po’ più vicino alla sua dimensione. Ha risposto: “Il debutto degli Stone Roses”. Quando gli è stato chiesto quale film avrebbe guardato se fosse stato in grado di guardarne uno solo per il resto della sua vita, ha risposto: “Quadrophenia“, incentrato su atmosfere tipiche dei Mods. Vi siete sorpresi o no? In realtà pensiamo di no, se conoscete bene Liam.

L’arroganza del frontman Ian Brown

Ma come è questo disco che in Italia non è mai stato particolarmente ascoltato e apprezzato? Splendido perché particolare. E tutto parte dal frontman Ian Brown, spaventosamente simile fisicamente a Liam Gallagher. Un uomo spesso scontroso, imbronciato e al riparo dietro i suoi capelli arruffati e jeans larghi che però cantava nell’omonimo album degli Stone Roses, “I Am The Resurrection and I Am the Light”. A quanto pare, l’arroganza di Brown era fuori luogo e la celebrità rock della band ebbe una vita molto più breve di quanto si aspettasse. Purtroppo, ve lo diciamo. Perché in realtà la band è validissima e possiede ancora oggi un fascino straordinariamente vintage.

Gli inizi, il declino, il parziale ritorno

Gli Stone Roses fecero un debutto sbalorditivo, peccato per la loro fine condizionata a metà degli anni Novanta  in una lentissima agonia di controversie contrattuali, discordie interne e dai competitors. Dopo il loro secondo album Second Coming non fecero granché dal punto di vista discografico, surclassati e superati dagli Oasis i quali reputavano gli Stone Roses come la massima ispirazione. Gli Stone Roses in realtà tornarono per davvero dopo gli anni 2010 in una serie di concerti dal vivo sold out che riportarono il pubblico in una dimensione quasi dimenticata. Ma di album di inediti neppure l’ombra, forse troppo anacronistici.

La nascita del britpop

Molti considerano The Stone Roses l’album senza il quale il britpop non sarebbe nato. Ed è vero, non sarebbero nati gli Oasis, i Kasabian, forse anche i Coldplay. Ma va detto che gli Oasis hanno preso quelle atmosfere e le hanno rivoluzionate, adattandole a un contesto pop. Va anche detto che Ian Brown ha iniziato dopo la band una carriera solista di tutto rispetto (e anche qualche marachella da galera, ma chi se ne frega). Ci sarà mai un terzo disco degli Stone Roses? Difficile, noi continuiamo a goderci il primo omonimo. E anche Liam lo fa, a quanto pare.

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