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Perchè i Mötley Crüe si chiamano così?

Noti come i “padrini del glam metal”, i Mötley Crüe rappresentano – senza dubbio – una delle formazioni che maggiormente hanno ottenuto successo nella storia della musica, e sicuramente non a caso. Dallo stile della formazione ai loro brani, passando per il modo di mostrarsi della band stessa – attraverso follie, pazzie e atti scellerati che li hanno visti protagonisti – non stupisce che l’attenzione mediatica si sia sempre poggiata su di loro e che, consequenzialmente, la band abbia ottenuto un grande successo. Ma volendo tornare alle origini della band, perchè i Mötley Crüe si chiamano così? Ve lo spieghiamo all’interno del nostro articolo.

Perchè i Mötley Crüe si chiamano così?

La nascita del nome Mötley Crüe è stata determinata, a quanto pare, da una scelta piuttosto casuale da parte dei membri della band. Come tutti i grandi capolavori, non può mancare quel pizzico di casualità che rende gli eventi notevoli e, per questo motivo, vale la pena citare le dichiarazioni di Nikki Sixx: «Non avevamo pensato all’uso proprio del termine. Volevamo solo fare qualcosa per apparire bizzarri, e l’umlaut è molto visibile.»

Fu Mick Mars, chitarrista della band, a scegliere il nome della formazione, basandosi su un vecchio progetto chiamato Motley Crue. L’aggiunta, casuale, dei due umlaut su o e u sembrò un riferimento ardito a Blue Öyster Cult o Motörhead, nonostante la band giurò che tutto fosse avvenuto in modo casuale.

Il film The Dirt e il commento di Slash

Negli ultimi mesi il nome dei Mötley Crüe è stato particolarmente legato alla realizzazione del biopic The Dirt, che sottolinea molto degli inizi, della vita e della carriera della band. Eppure, tra le tante inesattezze e tra i tanti complimenti, c’è chi ha storto il naso. Si tratta di Slash, storico chitarrista dei Guns N’ Roses, che ha dichiarato di non voler mai vedere un biopic sulla sua figura: “Mai. Ne dubito moltissimo. Sono arrabbiato all’idea che un attore reciterà la mia parte. Sono interessato a vedere Queen’s Bohemian Rhapsody di sicuro e anche il film di Motley Crue The Dirt. Non ne sono un grande fan. Sono stato contattato un paio di volte, ma non mi sento a mio agio con quello.”

Come ha spiegato il chitarrista: “Preferirei vedere una storia nuova, originale, piuttosto che vedere qualcosa di rifatto. Se il film è stato davvero fantastico quando è uscito per la prima volta, non ha davvero bisogno di essere rifatto. Stavo giocando con l’idea di riportare Death Train , perché era un film con un grande concept ma non credo che sia stato completamente realizzato nella versione originale. Suppongo che se le persone non fossero nemmeno consapevoli del fatto che si tratta di un remake, ma qualcuno è stato abbastanza ispirato da creare una versione migliore rispetto all’originale, potrebbe essere interessante, forse. Ma personalmente preferirei vedere una storia originale davvero buona.”

L’ultima follia della band: i Mötley Crüe hanno speso 10 milioni per…

A proposito di follie e atti scellerati di cui abbiamo parlato a inizio articolo, il grande successo – anche e soprattutto economico – di The Dirt è determinato da una scelta commerciale da parte della band, che ha deciso di investire molto per appropriarsi dei diritti d’autore dei brani utilizzati, per una cifra pari a 10 milioni di dollari. Come ha dichiarato Kovac, storico agente della band: “alcol, droghe ed ego hanno sempre ostacolato il continuo successo della band quando ha iniziato a lavorare. Ciò che ha cambiato tutto sono state le riunioni in cui ci riuniamo due volte l’anno e ci dicevamo che saremmo stati in grado di comunicare e superare le sfide. I Motley Crue fanno parte di un gruppo unico di artisti che possiedono le loro creazioni”.

Di conseguenza, questa è stata l’incredibile spesa della band:  “Essi decisero che sarebbero stati d’accordo con me invece che con i loro avvocati e dirigenti d’azienda e avrebbero speso 10 milioni di dollari per le loro canzoni… sarebbero stati padroni con libri, biglietti e film per ampliare la loro fanbase a livello globale. Ci vuole coraggio per spegnere a otto cifre. Ci vuole coraggio per provare nuove cose”.

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