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Pink Floyd, perché “Great Gig In The Sky” è la canzone più discussa secondo David Gilmour?

La canzone dei Pink Floyd “Great Gig In The Sky” è un vero e proprio classico della band che fa parte del loro leggendario capolavoro dei Pink Floyd del 1973, The Dark Side Of The Moon. Quello che però rende davvero unica la canzone è un elemento davvero insolito, ovvero il contributo vocale della cantante Claire Torry, al tempo sconosciuta. Claire Torry, già prolifica session woman in studio, era stata reclutata da Floyd per avere un aiuto sulla traccia dopo che la canzone era stata messa al vaglio di prove e di vari tentativi. Questa è la canzone più discussa secondo David Gilmour.

Nuova idea

In origine la canzone era prima un pezzo strumentale per organo accompagnato da parole parlate dalla Bibbia e frammenti di discorsi di Malcolm Muggeridge. Muggeridge all’epoca una figura nota per le sue opinioni religiose molto conservatrici. La traccia venne poi trasformata in brano per pianoforte e la band ha provato vari effetti sonori diversi sul materiale a disposizione, incluso un campionamento di astronauti della NASA. Tutto ciò però non convinceva a sufficienza. Poi, un paio di settimane prima che l’album fosse consegnato alla Harvest Records, la band ha avuto una idea geniale, una cantante donna doveva cantare.

Chi poteva cantare?

Quando i Pink Floyd iniziarono a cercare un cantante, l’ingegnere dell’album Alan Parsons suggerì Claire Torry, una sconosciuta cantante che all’epoca aveva 25 anni. In precedenza Alan Parsons aveva lavorato con lei ed era riuscito a programmare una sessione vocale con la cantante per vedere se la sua voce poteva potenzialmente funzionare sulla traccia. I membri della band l’hanno messa a dura prova e l’hanno quasi obbligata a improvvisare sull’arrangiamento del brano. Fece due registrazione ma la più emozionante fu la seconda. David Gilmour chiese alla Torry un terzo tentativo, ma la cantante non riuscì a terminare la sua parte, fermandosi a metà perché era stremata.

La voce della Torry

La traccia finale è la fusione di tutte e tre le riprese messe insieme. I Pink Floyd furono molto sorpresi dalla sua performance. Tra l’altro lei capì che la sua voce c’era nel disco solo quando ha notato l’album The Dark Side Of The Moon nel suo negozio di dischi locale e ha notato il suo nome nei titoli di coda. Lei ha ammesso: “Sono entrata, ho messo le cuffie e ho iniziato a dire ‘Ooh-aah, baby, baby – yeah, yeah, yeah.’ Hanno detto, ‘No, no – non lo vogliamo così. Se avessimo voluto che avremmo avuto Doris Troy. Prova alcune note più lunghe”, quindi ho iniziato a farlo. In seguito ho acquisito maggiore familiarità con la base musicale.”

La causa

Sfortunatamente, le cose sono andate male tra la Torry e i Pink Floyd quando nel 2004 lei ha citato in giudizio la band per i diritti di co-autore di “Great Gig In The Sky”. Con molta cura intorno al caso, la questione fu infine risolta in via extragiudiziale e la composizione ha il nome sia di Richard Wright che di Claire Torry. Ecco perché questa è la canzone più discussa secondo David Gilmour.

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