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Pink Floyd, Roger Waters e quella sfida lanciata a David Gilmour

I Pink Floyd sono stati una delle più grandi Rock Band di tutti i tempi. Attraverso la loro opera unica, hanno ridimensionato completamente l’industria musicale, affermandosi come protagonisti indiscussi, prima della corrente Psichedelica negli anni del Diamante Pazzo Syd Barrett e, successivamente, della Wave Progressive, composta da artisti dalla caratura tecnica e compositiva elevatissima, che proiettarono i valori del Rock verso sponde particolarmente eclettiche dello spettro musicale. Al di la di tutto questo, i Pink Floyd vissero i loro anni migliori in gioventù, lasciandosi trasportare dalla ripida ascesa che stavano affrontando. In quest’articolo, abbiamo scelto di parlarvi di una strana sfida che Roger Waters lanciò a David Gilmour negli anni settanta.

La sfida che Roger Waters lanciò a David Gilmour

Come detto, il periodo di massimo splendore per il Rock segnò la nascita del life style da Rocker. Sebbene sul palco, i Pink Floyd, lasciassero che la musica si esprimesse per loro, a riflettori spenti i membri della band sapevano sempre come farsi riconoscere. I componenti del gruppo vissero una miriade di episodi originali e controversi, ormai raccolti negli annali della musica. Come sappiamo, purtroppo, tra David Gilmour e Roger Waters non è mai, realmente, scorso buon sangue. Il leggendario chitarrista e la mente creativa del gruppo diedero vita ad un sodalizio artistico memorabile che, ciò nonostante, non ha mai avuto modo di riflettersi nella vita reale sotto forma di amicizia.

Sono passati, ormai, molti anni da quando Roger Waters lanciò il guanto di sfida a David Gilmour. Ciò che il bassista propose di fare al collega di band, dopo averlo provocato a dovere, però, continua ad essere raccontato per la sua singolarità. Al tempo, i due Pink Floyd si trovavano negli Stati Uniti, nello Stato dell’Arizona. Waters sfidò Gilmour a dimostrargli di essere un vero uomo, proponendogli di entrare in un ristorante gremito in sella alla sua moto, ovviamente irrompendo dalle vetrine.

Il bassista aggiunse che, se l’avesse fatto, gli avrebbe consegnato una cospicua somma di denaro. Gilmour non se lo lasciò ripetere due volte, salì sulla sua moto e seminò il panico all’interno del locale. Quando il titolare, ancora sotto shock da quanto accaduto, chiese al chitarrista dei Pink Floyd cosa avesse appena fatto, questi rispose con grande pacatezza, affermando: “L’uomo”. Si tratta di una storia particolarmente evocativa degli anni d’oro dei Pink Floyd, ancora lontani dallo spartiacque rappresentato da The Wall. Questo sui Pink Floyd, comunque, è uno dei molti aneddoti raccolti in Rock Bazar, libro firmato da Massimo Cotto.

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