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Qual è la prima canzone Blues incisa nella storia?

Non sapremo mai chi ha scritto veramente la prima canzone Blues della storia o, comunque, chi abbia usato quest’appellativo per definire il proprio stile musicale. Al contrario, è assolutamente certo che nessuno ne abbia mai scritta una definendosi come un pioniere del genere. Il Blues si è sviluppato attraverso una complessa tradizione orale basata sulla musica Africana, rapidamente propagatasi nel corso di circa 40 anni nel XIX Secolo, in tempi di Schiavitù nell’America del Nord.

Il Blues si levò come un canto di matrice spirituale; la sua diffusione in termini commerciali e la conseguente diramazione in sottogeneri è frutto di un lungo processo avuto luogo negli anni dello sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa come televisione e radio. La mancanza di una conoscenza dettagliata di come il genere sia, effettivamente, nato è dovuto principalmente alle lacune tecnologiche che hanno caratterizzato i secoli precedenti. Inoltre, le persone erano poco interessate alla genesi dei generi musicali, concentrandosi sull’ascolto superficiale nei pochi momenti liberi dal lavoro.

La prima canzone Blues mai incisa nella storia

In questo contesto storico fervente, quanto critico sotto molti aspetti, la musica ebbe modo di ricoprire un ruolo sempre più importante. Nel 1920, a New York, non accadde qualcosa di rivoluzionario per la cultura contemporanea. Il 10 agosto di quell’anno, infatti, il compositore Perry Bradford, comprese l’importanza della nuova passione che stava dilagando tra i più avvezzi. Esisteva un nuovo genere musicale, capace di allontanarsi da tutto ciò che fino ad allora avessero mai avuto modo di ascoltare.

Si parlava, ovviamente del Blues che, come oggi sappiamo, di nuovo aveva ben poco. Il genere, infatti, assumeva delle sfumature, fino ad allora inaudite, ma decisamente tradizionali. A seguito di queste considerazioni, comunque, l’uomo decise di scrivere qualcosa per la sua pupilla, Mamie Smith. Una giovane e promettente cantante di colore in cui si era imbattuto in un club ad Harlem.

Furono diversi i tentativi di Bradford di convincere la Okeh, una casa discografica tedesca che, per lui, avrebbe dovuto produrre Crazy Blues, scritta da lui stesso per la cantante. In pochissimo tempo, la canzone riscosse un ottimo successo e, ad oggi, viene considerata la prima canzone Blues mai registrata nella storia. Sebbene l’etichetta si fosse rivelata scettica nei confronti del potenziale di Mamie Smith e del brano di Perry Bradford, col senno di poi le venne attribuito il plauso di aver aperto le porte del mondo ad un’artista afroamericana, in un’industria dominata con insistenza dalla musica bianca.

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