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Quincy Jones, rivelazioni shock: “I Beatles erano i…”

Quincy Jones, ve lo ricordate? Sicuramente sì, il suo nome è legato indiscutibilmente al grandissimo artista musicale che fu Michael Jackson, in quanto è stato lo storico produttore del Re del Pop. Ma non solo, Quincy Jones ha anche prodotto altri artisti, come gli U2, Tony Bennett, Frank Sinatra, come arrangiatore di Ray Charles e molti altri. Non è un caso che, data la sua abilità, lavorò anche nel mondo del cinema, in particolare con David Spielberg, per curare colonne sonore e produzioni, anche nel piccolo schermo. Sapevate che lui fu il produttore esecutivo di “Willy – il Principe di Bel Air”? Ora sì. E sapevate che Quincy Jones ha detto che i Beatles erano i peggiori musicisti del mondo?

L’ABILITÀ TECNICA DEI BEATLES

Il leggendario produttore discografico Quincy Jones ha descritto i Beatles come “i peggiori musicisti del mondo”. Ma per quale motivo? Il produttore ha ricordato di aver incontrato per la prima volta la band durante un’intervista per promuovere un nuovo documentario su Netflix e uno speciale televisivo statunitense. Va comunque detto che i Beatles non erano dei musicisti, oggettivamente, così bravi (certamente i membri dei King Crimson o dei Pink Floyd, per dire, erano tecnicamente molto miglior). I Beatles però aveva una componente più geniale, che altri musicisti, seppure tecnicamente più bravi, non avevano. Ovviamente, non ci riferiamo alle band suddette.

LE DICHIARAZIONI DI QUINCY JONES

Nella nuova intervista con la rivista New York, ha discusso le sue prime impressioni sui Beatles in termini ineguagliabili. “Erano i peggiori musicisti del mondo”, ha detto all’intervistatore. “Erano fottuti figli di puttana. Paul McCartney è stato il peggior bassista che abbia mai sentito.  E Ringo? Non me ne parlare neppure, non voglio parlarne“. Indubbiamente non aveva una grandissima simpatia per i Beatles. Oppure è assolutamente sincero e davvero non gli piacevano affatto, tecnicamente parlando.

LA PRODUZIONE DEL PRIMO ALBUM DI RINGO STARR

Jones ha ricordato di aver prodotto Love Is a Many Splendoured Thing per l’album da solista del debutto di Starr del 1970 Sentimental Journey. Quincy Jones ha ammesso: “Ringo aveva impiegato tre ore per una cosa a quattro battute che stava cercando di sistemare su una canzone. Non è riuscito a capirlo. Abbiamo detto: “Amico, perché non prendi un po ‘di birra e lime e ti prendi un’ora e mezza e rilassati un po’.” Nel frattempo, Jones ha chiamato il batterista jazz inglese Ronnie Verrell nello studio. “Ronnie è entrato per 15 minuti e ha registrato. Ringo torna e dice: “George Martin, puoi riprodurlo per me ancora una volta?”

LA FINE DELLA STORIA

Ovviamente questa decisione fece imbestialire Quincy Jones, e non poco. Sembrava che Ringo non lo considerasse neppure, che non gliene fregasse nulla di Jones e che l’unica voce autorevole fosse quella di George Martin. Quincy ha continuato: “Così ha fatto George, e Ringo dice: “Non suonava così male.” E io ho detto: “Sì, figlio di puttana perché non sei tu. È però un bravo ragazzo, però.” Jones ha preferito poi elogiare altri musicisti, come Eric Clapton, Paul Allen e pure Caetano Veloso, dichiarando che gli U2 di oggi non sono un granché, soffocati dalle pressioni.

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